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Educazione finanziaria: famiglia primo luogo dove mettere le basi. Ma i genitori vorrebbero introdurla nei programmi scolastici

In continuità con l’edizione 2021 “Prenditi cura del tuo futuro”, la quinta edizione del mese dell’Educazione Finanziaria, che si sta svolgendo dall’inizio di ottobre è stata dedicata al tema “Costruisci oggi quello che conta per il tuo futuro”, per sottolineare l’importanza di costruire, giorno dopo giorno, una cultura finanziaria di base su cui poter contare per gestire al meglio i propri risparmi e scegliere in modo consapevole come investire, assicurarsi e accantonare a fini previdenziali.

Educazione finanziaria in famiglia

Molti genitori dichiarano di non sentirsi preparati a educare i figli a sviluppare un buon rapporto con il denaro e un giusto livello di competenze finanziarie. Sono molte le domande che si pongono: dare la paghetta o non darla? Premiare con i soldi i buoni voti a scuola e i lavoretti fatti in casa oppure no?

Uno studio recente condotto da GoStudent e N26 conferma che la famiglia è il primo luogo dove si mettono le basi dell’educazione finanziaria. Il dato che emerge è abbastanza significativo: 7 famiglie su 10 sono propense a dare la paghetta ai propri figli per permettere loro di fare acquisti personali, nel tentativo di responsabilizzarli. Il denaro è presente nella vita degli individui sin da quando sono piccoli: nelle fiabe che ascoltano, nei film che vedono, nei discorsi che si fanno in famiglia e nei messaggi che circolano sui social network.

Una parte dei genitori che hanno partecipato a questo sondaggio spiega che la paghetta non dipende dal rendimento scolastico dei figli e viene data a prescindere da brutti voti o una cattiva condotta a scuola.

Un’altra percentuale, ancora, la considera un incentivo per invogliare i figli ad avere buoni voti, mentre è una piccola minoranza quella che sostiene che andare bene a scuola è un requisito fondamentale per meritarsi del denaro extra.

Un altro aspetto rilevato dalla ricerca è che la metà di queste famiglie è consapevole del fatto che questi soldi verranno usati dai loro figli per le uscite con gli amici o acquisti personali, infatti solo il 25% di loro li conserva e solo il 16% li utilizza per comprare libri, videogiochi o musica.

Educazione finanziaria e scuola

Inoltre, dallo stesso studio viene alla luce che quello dell’educazione finanziaria è un vero e proprio gap, che nemmeno la scuola colma attualmente, infatti, sempre secondo lo studio di N26 e GoStudent, l’82% dei genitori vorrebbe più educazione finanziaria a scuola e chiedono che venga inclusa nei programmi scolastici, come già avviene in altri Paesi europei, come il Portogallo, e in molti Stati americani, l’educazione finanziaria è, invece, da tempo materia scolastica obbligatoria. Una gran parte dei genitori, avrebbe piacere che questo tema fosse affrontato sui banchi di scuola e incluso nei programmi scolastici.

Nel febbraio 2017, un gruppo di nove organizzazioni e associazioni europee ha lanciato una nuova Piattaforma europea per l’educazione finanziaria. L’iniziativa mira a promuovere la necessità di educazione finanziaria e a potenziare l’alfabetizzazione finanziaria, in particolare tra i giovani e gli imprenditori.

La piattaforma serve a scambiare idee, informazioni, intuizioni ed esperienze, nonché a facilitare le discussioni su come l’Unione europea possa svolgere un ruolo di primo piano nel promuovere l’alfabetizzazione finanziaria. La piattaforma ha l’obiettivo di aiuterà i partner a coordinare il loro coinvolgimento in iniziative a livello europeo per sviluppare potenziali sinergie.

Carmelina Maurizio

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