
Educazione finanziaria a scuola, se ne parla ancora: tra le competenze che la scuola deve cercare di sviluppare negli alunni, secondo molti, ci sono quelle legate alla finanza, alle tasse. Sono tanti coloro che si lamentano del fatto che la scuola si concentri su tutt’altro, su ambiti meno “utili”.
Ad alimentare il dibattito un post su X: “Proporrei che a scuola venisse introdotta un minimo di educazione finanziaria perche avere una vaga idea di come si gestisce il denaro, come si pagano le tasse, cosa è il 730 etc anche solo vagamente penso sia fondamentale per essere abili alla vita”.
Reazioni differenti
Ecco alcune reazioni:
“La scuola deve trasmettere conoscenze che si traducano poi in competenze, sapere fare e sapere pensare. Esistono i motori di ricerca per le domande ‘come pagare il 730’, certo però che bisogna partire da una certa base di consapevolezza dei diritti e dei doveri di cittadini”.
“Io proporrei che alla scuola venga concesso di occuparsi di didattica. Certo i contenuti in maniera di cittadinanza fanno parte della didattica. Ma non sono l’unica istituzione su cui puntare per l’educazione delle persone. Visto anche le poche risorse che gli sono concesse”.
“La scuola insegna cose INUTILISSIME per ore e ore e ore e non si può dedicare alcune di queste mille ore buttate ad una cosa essenziale nella vita?”.
“Ci sono i genitori per questo. Portatevi i figli in banca, fatevi aiutare nelle cose pratiche, responsabilizzateli. A scuola hanno l’unico momento della vita per dedicarsi alla sola cultura”.
“La scuola ti insegna ad essere un dipendente perfetto, a fare il tuo ‘compitino’ giornaliero per 8 ore al giorno, sempre gli stessi orari e stessi giorni, fai solo quello che ti dice il prof (capo) e non sei libero di studiare quello che vuoi”.
“Ottima idea. Come insegnante mi è capitato di dire ai miei studenti che avremo parlato di questo temi e l’interesse era altissimo”.
Proporrei che a scuola venisse introdotta un minimo di educazione finanziaria perche avere una vaga idea di come si gestisce il denaro, come si pagano le tasse, cosa è il 730 etc anche solo vagamente penso sia fondamentale per essere abili alla vita
— erminio ottone (@lukeskiva) February 17, 2025
I dati
Dall’indagine internazionale OCSE PISA 2022 sulla Financial Literacy emergono informazioni interessanti.
Innanzitutto, le discussioni sulle questioni finanziarie in famiglia sono più frequenti per temi vicini alla quotidianità degli studenti, come i soldi per acquisti personali. Gli studenti delle famiglie svantaggiate discutono meno di questioni economiche rispetto ai loro coetanei più avvantaggiati. I ragazzi si confrontano con i propri genitori in misura maggiore delle ragazze su argomenti quali il budget, le notizie che riguardano l’economia o la finanza e le loro decisioni di risparmio.
Gli studenti italiani dichiarano di aver imparato a scuola meno della metà dei termini finanziari proposti nel contesto dell’indagine, un termine in meno rispetto alla media OCSE. Le attività legate al mondo economico-finanziario sono svolte meno frequentemente rispetto ai coetanei di altri paesi, con differenze significative tra le diverse aree geografiche e tipologie di scuola.
In Italia, il termine più conosciuto è “stipendio”, quello meno conosciuto “interesse composto”. Gli studenti del Nord Ovest e del Nord Est hanno maggiore familiarità con concetti di tipo finanziario; gli studenti degli Istituti Tecnici conoscono in media circa un termine in più rispetto agli altri.
Il 62% degli studenti italiani ritiene che gli argomenti finanziari siano importanti per sé stessi, un dato in linea con la media OCSE. Tuttavia, solo il 40% degli studenti dichiara di apprezzare parlare di questi temi, contro una media OCSE del 50%. Questo dato riflette il maggior disagio delle ragazze rispetto ai ragazzi, un divario presente anche nella media OCSE ma meno marcato. Per quanto riguarda l’importanza degli argomenti finanziari, non si rilevano differenze di genere in Italia.