È a scuola che vanno gettate le fondamenta per colmare il cosiddetto gendergap finanziario. Questo è quanto emerso dalla conferenza “Le sfide dell’empowerment finanziario femminile”, tenutasi alla fine del mese scorso presso la sala Zuccari del Senato della Repubblica.
Come riportato da vari organi di stampa, la Conferenza – organizzata dall’Associazione Side by Side con il patrocinio di RAI e InclusioneDonna – ha voluto creare uno spazio di confronto che desse voce a punti di vista diversi attraverso il contributo scientifico e il racconto di esperienze e storie di cambiamento culturale.
Le domande poste durante i lavori, si legge sul sito di AREL Associazione Real Estate Ladies, sono state le seguenti: quante donne hanno le conoscenze necessarie per prendere decisioni consapevoli? Quali sono le ripercussioni di una carente alfabetizzazione finanziaria delle donne? Perché la cultura dell’empowerment finanziario è così importante?
Le risposte alle prime due grandi questioni non sono incoraggianti: oggi in Italia, il 22% delle donne si trova in condizioni di dipendenza finanziaria, una su cinque. In Germania e Austria sono il 5%, in Slovenia il 7%, il 10% in Polonia. Non solo: in Italia il 29,4% dichiara di non avere nessuna fonte di reddito rispetto al 12,1% degli uomini. E non sembra che ci siano buone speranze in arrivo dalle nuove generazioni: il vice capo servizio Educazione finanziaria di Banca d’Italia, presentando i risultati dell’ultima indagine Pisa-Ocse sulle competenze finanziarie degli studenti di 15 anni, ha mostrato come ci sia stato un aumento del divario di genere in Italia nell’arco di dieci anni: nel 2012, infatti, i ragazzi superavano le ragazze per alfabetizzazione finanziaria di 8 punti, contro i 20 punti registrati nel 2022. L’Ocse definisce la Literacy finanziaria come “una combinazione di consapevolezza finanziaria, conoscenze, abilità, atteggiamenti e comportamenti necessari per prendere decisioni finanziarie oculate e, in ultima analisi, raggiungere il benessere finanziario individuale” .
È fondamentale, dunque, che le ragazze aumentino le loro competenze in materia, perché come affermato durante i lavori di Roma, “parlare di soldi è molto più di una questione economica, è un atto di emancipazione che apre le porte al potere personale e all’indipendenza”
Alla Scuola si domanda ancora uno sforzo per favorire un’educazione finanziaria dei giovani e, soprattutto, delle ragazze, che inizi presto e continui per tutto l’arco della loro vita scolastica.
Come sottolineato nel corso della Conferenza, mettere in grado le donne e le ragazze di coltivare competenze digitali e finanziarie per implementare l’accesso al lavoro, la loro autodeterminazione e indipendenza economica può essere un potente agente per una crescita forte e inclusiva e una forma di tutela cruciale per evitare di subire situazioni di violenza, soprattutto economica e psicologica.