Nell’onda dell’emergenza sanitaria e scolastica dell’anno che si è concluso, con l’emergere delle svariate prassi della didattica a distanza o didattica dell’emergenza, noi docenti ci interroghiamo sulla valenza di questi strumenti e sugli scenari per il rientro a scuola, sui nuovi metodi e metodologie.
L’obiettivo è quello di condividere alcune linee generali attraverso cui sviluppare l’attività sportiva scolastica oltre che fornire spunti di riflessione da applicarsi in ambito organizzativo anche, e soprattutto, in considerazione del fatto che l’interruzione dell’attività scolastica ha determinato il blocco pressoché totale della pratica sportiva di base.
È necessario pertanto predisporre e assicurare lo svolgimento di un progetto motorio e sportivo scolastico adeguato a soddisfare le necessità di tutti gli studenti, con proposte formative rispettose delle prescrizioni generali.
Fin dal mese di marzo, in conseguenza del “lockdown”, tutti i risultati educativi attesi per gli alunni di ogni ordine e grado sono stati significativamente compromessi, e l’educazione fisica è stata senza dubbio una delle materie più colpite nella sua offerta, date le basi multidimensionali e pratiche dell’esperienza culturale, pedagogica e curricolare della disciplina, esperienze che, aldilà della metodologia e delle idee ingegnose messe in atto dei docenti, non possono essere fornite in un modello online, almeno nelle componenti motorie e relazionali, anche alla luce del quesito posto dalla Capdi & LSM in relazione alla copertura assicurativa per docenti ed alunni per infortuni occorsi durante le lezioni di EF mediante la DaD.
Il ruolo dell’Educazione fisica (e del docente di Educazione fisica)
La scarsa consistenza oraria destinata all’educazione fisica nel curricolo scolastico induce a una valutazione di presunta “inferiorità” nei confronti degli altri docenti all’interno dei consigli di classe e, soprattutto, nei collegi docenti; ciò in contrasto con la diffusa consapevolezza, soprattutto in questo momento storico, dell’importanza del movimento e delle relazioni nella crescita complessiva dell’individuo. È necessario pertanto ribadire sistematicamente in tutti i contesti scolastici, in particolare nei rapporti con le famiglie, la necessità di porre in primo, se non in primissimo piano l’esigenza di destinare all’attività motoria, fisica e sportiva la massima attenzione. Si comprende quanto sia complessa una ristrutturazione degli spazi e dei tempi, articolando in modo funzionale l’integrazione delle varie discipline, tuttavia ciò che si vuole scongiurare è che l’educazione fisica, apparentemente poco incidente nell’immediato, riguardo le performance cognitive, venga sacrificata e ridotta a spazi e tempi non adeguati dal punto di vista del diritto alla formazione e allo studio dei giovani studenti. È altrettanto necessario rafforzare il ruolo degli insegnanti di educazione fisica come specialisti con capacità di pianificare e adattare le esperienze pedagogiche secondo le attuali linee guida e norme sanitarie.
Riorientare i “curricula” – Conseguenze a lungo termine per la salute (stili di vita)
Il curriculum dell’educazione fisica è in genere costruito utilizzando contenuti riferibili a discipline sportive, ma in effetti solo una parte di esso è orientato a conseguire traguardi di sviluppo delle competenze riguardanti lo sport; è auspicabile che le attività di apprendimento, che riguardano, nei vari momenti della crescita, aspetti diversi della maturazione psico-fisica dello studente, siano sempre progettate mettendo in primo piano lo studente, considerando prioritarie le sue aspettative di forte motivazione e di gratificazione come stimolo a svolgere le attività; attività che devono sempre essere allineate pedagogicamente con gli effetti a lungo termine per la salute e con l’obiettivo primario di strutturare corretti stili di vita, mantenendo vivo nel tempo l’interesse per l’attività fisica, come ad esempio le attività svolte in ambiente naturale. Le norme relative alla sicurezza sanitaria possono contribuire a rafforzare tali aspettative; l’attivazione per esempio, almeno nel primo ciclo, di progetti di mobilità oltre che favorire la razionalizzazione e il decongestionamento del trasporto pubblico, indurrebbe negli studenti atteggiamenti positivi e consapevoli nei confronti dell’attività fisica derivante da questa iniziativa.
Considerazioni circa la programmazione, l’organizzazione e la gestione della lezione di Educazione Fisica e di Scienze Motorie e Sportive
Le attività indoor
Il proposito di riattivare una normale attività fisica in presenza presuppone la disponibilità degli spazi codificati (palestra), il cui utilizzo deve avvenire nel totale rispetto delle misure igienico- sanitarie volte a garantire la salute degli studenti; queste sono state definite da vari documenti, sia nazionali che regionali e provinciali; l’attuazione di queste misure, che dipende dal contesto e dalla geografia, è compito dei singoli dirigenti scolastici e degli interlocutori competenti; le misure specifiche per l’educazione fisica riguardano il trasferimento da e per la palestra, i criteri di utilizzo degli spogliatoi e la loro sistematica sanificazione, la personalizzazione dei piccoli attrezzi per evitare scambi e anche per eventuali tracciature dell’utilizzo; sanificazione alla fine di ogni lezione degli attrezzi utilizzati e dell’ambiente definendo mansioni e responsabilità all’interno del corpo docente e ATA. Sarà importante comunicare adeguatamente le misure adottate, anche coinvolgendo gli studenti nella realizzazione di cartelloni informativi. Il prevedibile aumento dei “tempi morti” può indurre a valutare l’opportunità di unire le due ore di attività; in questo caso sarà bene prevedere “compiti a casa” per favorire consuetudine e approfondimenti, anche utilizzando strumenti digitali (app) per acquisire feedback.
Le attività outdoor
L’utilizzo di strutture outdoor, attrezzate o no, interne alla struttura scolastica o in ambienti esterni, va privilegiato, laddove possibile in riferimento alle condizioni ambientali/meteorologiche; sarà necessario attivare flessibilità organizzativa e sviluppare programmazioni tematiche e interdisciplinari, valutando tutti gli aspetti relativi alla mobilità sul territorio con le conseguenti implicazioni di tipo assicurativo e prevedere per tempo le necessarie autorizzazioni.
La flessibilità didattica e organizzativa
Al fine di poter fronteggiare la ripresa delle attività didattiche in presenza garantendo le misure di igiene e prevenzione e di distanziamento sociale si può considerare la flessibilità didattica e organizzativa.
La flessibilità organizzativa è prevista dal Regolamento dell’autonomia scolastica (DPR 275/1999)., all’art 5, commi 3 e 4:
La legge n.107/2015, richiamando il DPR n. 275/99, ha posto l’accento sulle seguenti forme di flessibilità:
La circolare MIUR dell’11 dicembre 2015, richiamando sempre quanto stabilito nel DPR 275/99, ha ribadito la possibilità di adottare modalità a classi aperte e gruppi di livello, utili per l’attuazione di una didattica individualizzata e personalizzata.
L’articolazione modulare del monte ore annuale di educazione fisica e scienze motorie e sportive in particolare potrebbe essere una valida soluzione, specie nel caso in cui la scuola, a seguito di accordi o convenzioni, potesse usufruire di un impianto esterno, come un campo di atletica o di calcio o un palazzetto dello sport, che, date le dimensioni, consentisse di ospitare una o più classi, anche numerose, assicurando il distanziamento previsto per operare in sicurezza
Il monte ore annuale aggregato, da utilizzare anche in forma laboratoriale, potrebbe essere articolato anziché nella durata dell’anno scolastico in un progetto intensivo, consentendo, ad esempio, di poter svolgere 4 ore con frequenza bisettimanale, organizzando ogni volta una vera e propria giornata dedicata all’educazione fisica e alla pratica sportiva, da gestire ovviamente con le opportune pause e sfruttando il tempo a disposizione per ammortizzare gli spostamenti e impegnare gli studenti in competizioni scolastiche, anche sotto forma di tornei e gare interclasse.
La didattica modulare con orario intensivo può anche essere pensata con una durata bimestrale o quadrimestrale, concentrando le ore di alcune discipline in un determinato periodo dell’anno.
Ad esempio, ipotizzando che la scuola abbia ottenuto dal Comune l’uso di un palazzetto per l’educazione fisica e da un organismo culturale o da un museo altri spazi utilizzabili per la didattica di Arte ed immagine, è possibile organizzare l’articolazione modulare nel modo seguente:
in una scuola secondaria di primo grado nella classe prima A nel primo quadrimestre (o bimestre) l’orario dovrà prevedere 4 ore settimanali di Educazione fisica e nessuna ora di Arte ed immagine, mentre nella classe prima B l’orario contemplerà 4 ore di Arte e immagine e nessuna ora di educazione fisica. Nel secondo quadrimestre (o bimestre) avviene il contrario.
Analogamente si può adattare la stessa ipotesi ad un liceo scientifico alternando le ore di Scienze motorie e sportive con quelle di Disegno e Storia dell’arte.
Tale proposta, in particolare per l’educazione fisica e le scienze motorie, non rappresenta una soluzione ottimale, poiché in particolare per questa disciplina un orario intensivo è normalmente sconsigliabile, ma è un compromesso accettabile per garantire la fruizione da parte degli studenti di lezioni pratiche in presenza, nelle particolari condizioni dettate da un protocollo di sicurezza che prevede forme di distanziamento fisico e sociale non realizzabili nella sede scolastica o misure di igienizzazione degli spazi che, nella normale alternanza dell’orario scolastico, finirebbero per limitare oltremodo i tempi effettivi di lezione.
Nel caso in cui invece non si disponesse di spazi ampi all’interno della scuola o collocati all’esterno, la flessibilità potrebbe essere utilizzata per costituire gruppi di alunni per classi parallele, ovvero adottando l’articolazione delle classi per gruppi di livello.
Le classi potrebbero essere scomposte in diversi gruppi che perseguono obiettivi diversi come il recupero o l’approfondimento o ancora per svolgere attività elettive. Da un punto di vista didattico, si tratterebbe di un’attività laboratoriale che si realizza con gruppi di alunni di classi parallele, riuniti per livello di capacità o apprendimento o per eseguire un preciso compito o per assecondare interessi e attitudini. Dal punto di vista pratico questa opzione presenta tuttavia alcuni limiti. Supponendo di voler scomporre due classi in tre gruppi di livello o elettivi la scuola dovrebbe poter disporre di 3 spazi da utilizzare a rotazione per le lezioni di educazione fisica (ad esempio sala ginnica, cortile e aula) e di un terzo docente, se presente in organico di potenziamento, da poter utilizzare in compresenza con i docenti titolari.
Tutte le forme di flessibilità didattica presuppongono i necessari adattamenti dell’orario scolastico e, nel caso dell’articolazione delle classi per gruppi, anche un proficuo e mirato impiego della compresenza.
Disposizioni organizzative e logistiche per l’attività indoor e outdoor
ORARIO
SPOGLIATOI
ATTREZZATURE
CAPDI (Laureati Scienze Motorie)
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