In redazione è giunta una riflessione molto interessante a cura di un nostro lettore, il professore Salvatore Scebba. Il docente propone di inserire un’ora alla settimana a scuola di educazione sanitaria e prevenzione, magari sfruttando l’insegnante di educazione fisica. Ecco la proposta:
“… L’insegnamento dell’Educazione Fisica nelle scuole secondarie di 2° grado concorre alla formazione degli alunni allo scopo di favorirne l’inserimento nella società civile, in modo consapevole e nella pienezza dei propri mezzi…”.
Così esordisce il programma di insegnamento dell‘Educazione Fisica negli istituti di istruzione secondaria di primo e secondo grado, in quegli enti educativi cioè che rivolgono le proprie cure alla fascia di età che, partendo dalla pre-adolescenza, avvia i discenti alla maturità della età adulta, al momento della vera comparsa nella società.
E’ un dato assodato che una notevole percentuale di giovani ultima i propri contatti col mondo dell’ istruzione con la acquisizione della tanto agognata “maturità”: è questo il motivo per cui la scuola non può “licenziare” il cittadino senza avergli fornito le informazioni, le notizie, le conoscenze e le competenze riguardanti l’educazione alimentare, l’igiene, la traumatologia, il primo soccorso, l‘educazione sessuale, l’educazione stradale, le problematiche del tabagismo, dell’alcolismo, dell’uso di droghe, la prevenzione, l’accertamento precoce, l’educazione sanitaria!
Come si può affidare alla società un giovane che andrà a gestire la propria vita, quella dei propri figli e dell’ambiente sociale in cui opererà, con lacune così gravi come quelle sopra menzionate?
Come si comporterà chi è costretto ad affrontare la vita, sconoscendo del tutto o, peggio, avendo informazioni errate su ipertensione, obesità, diabete, cancro, doping, BLS?
In termini di beneficio sociale, che deve essere lo scopo primario di chi si rivolge ai discenti, significa tentare di mettere in pratica l’utopia del conoscere per prevenire e prevenire per curare meno…
Oggi la scuola fa qualcosa, spende molto ma non diffonde conoscenze e competenze in questo senso: non è infatti con sporadiche conferenze, con brillanti orazioni che si può riuscire a sensibilizzare gli alunni!
E’ necessario un intervento tonico, continuo, curriculare: un’ora settimanale!
Quello che proponiamo è di affrontare in maniera sistematica ed organica i temi della Educazione Sanitaria e della Prevenzione, facendola diventare una vera e propria disciplina di studio con lo scopo di raggiungere tutti gli alunni: la scuola ha a disposizione gli insegnanti di Educazione Fisica e di Scienze che, opportunamente aggiornati, possono utilizzare parte del proprio monte ore per trattare gli argomenti in questione.
Gli insegnanti di Educazione Fisica, per il fatto di essere in possesso di un diploma di laurea rilasciato dagli I.S.E.F. nazionali e dai Corsi di Laurea di Scienze Motorie, possiedono conoscenze di Anatomia, Biologia, Microbiologia, Igiene, Cinesiologia, Antropologia, Fisiologia, Traumatologia, Scienza dell’ Alimentazione, Educazione Stradale.
Gli stessi programmi ministeriali della disciplina, nella parte riguardante gli obiettivi e le indicazioni orientative, propongono l’espressione delle informazioni fondamentali sulla tutela della salute e sulla prevenzione degli infortuni; questi “quasi timidi” orientamenti programmatici vengono spesso grandemente disattesi mentre potrebbero costituire una notevole fonte di nuove prospettive di professionalità.
Anche i temi dell’attività motoria “pratica”, perseguibili anche nel corso delle ore pomeridiane di gruppo sportivo, devono essere orientati, oltre che all’avviamento alla attività motoria e sportiva, a conservare e migliorare lo stato di salute dell’ alunno ed a diffondere conoscenze sulle sane abitudini di vita.
Indirizzare lo svolgimento dei temi suesposti all’insegnante di Educazione Fisica, significa anche dar risposta definitiva a quel tipo di critica spesso paralizzante che rimprovera il Ministero di affidare alla scuola lo svolgimento di troppi compiti che appaiono in contrasto con l’onere che ha ogni insegnante di svolgere il programma della disciplina che ha scelto di insegnare.
Nel campo dell’Educazione Sanitaria e della Prevenzione esiste già l’insegnante che potrebbe e dovrebbe prenderla in carico; perché non investire finalmente in maniera ufficiale, forte e chiara il Docente di Educazione Fisica, offrendo oltretutto un’occasione di risveglio ad una categoria che spesso si è fatta comodo scudo del fatto di essere poco considerata? Sapendo coordinare le enormi energie del mondo della scuola con quelle delle Aziende Sanitarie si potrà costruire una sorta di piramide che diffonda conoscenze da trasmettere agli alunni nel corso delle normali ore di lezione.
Il presente progetto mira infine ad istituire un ente di formazione permanente per la componente scolastica deputata ad intervenire nel campo della prevenzione attraverso l’Educazione Sanitaria.
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