Dopo anni di annunci, la scuola primaria avrà gli insegnanti di educazione motoria laureati e specializzati: lo si apprende dalla bozza della Legge di Bilancio all’esame del Governo, che nella Relazione illustrativa collega la disposizione al Piano nazionale di ripresa e resilienza: l’obiettivo previsto dal capitolo sulla “Riforma del sistema di reclutamento dei docenti” del Pnrr, è infatti quello di reclutare “entro il 2024″ ben “70.000 nuovi docenti” di educazione fisica.
Si partirà tra un anno: “L’introduzione dell’insegnamento dell’educazione motoria – si legge nell’articolo 103 della bozza della manovra – è prevista per la classe quinta a partire dall’anno scolastico 2022/2023 e per la classe quarta a partire dall’anno scolastico 2023/2024”.
L’insegnamento sarà assolto, si legge ancora, da “docenti forniti di idoneo titolo e la correlata nuova classe di concorso Scienze motorie e sportive nella scuola primaria”.
La norma mira a “conseguire gli obiettivi del Pnrr e promuovere nei giovani” stili di vita per una crescita armoniosa, la salute, il benessere”.
Il testo prevede che l’organico degli insegnanti di educazione motoria venga “determinato in ragione di almeno due ore settimanali di insegnamento per ciascuna classe delle scuole primarie aggiuntive rispetto all’orario di cui all’art. 4 del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89”, con la specifica che tale disposizione valga solo “per le sole classi che non adottano il modello del tempo pieno”.
E “durante le due ore settimanali di educazione motoria”, specifica ancora l’articolo 103, sarà “possibile la compresenza” tra più docenti.
Inoltre, sempre la legge di fine 2021 prevede che il Ministero dell’istruzione sia “autorizzato a bandire le procedure concorsuali per la copertura dei posti necessari per l’insegnamento dell’educazione motoria nella classe primaria a partire dall’anno scolastico 2022/2023”.
Per bandire i concorsi verrà “autorizzata la spesa di 29,91 milioni nel 2022, di 116,50 milioni nel 2023, di 169,49 milioni nel 2024”. Il testo, tuttavia, non è definitivo: sarà il Parlamento a doverlo trasformare in legge dello Stato.
Tra i rappresentanti del Governo c’è comunque molta soddisfazione per questo primo obiettivo raggiunto, anche se non ancora del tutto.
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