“Cambiamo il nome della materia ‘educazione fisica’. Lo sport non è educazione fisica, lo sport è educazione alla vita, è cultura, è educazione psicofisica. Diamo un ruolo anche agli insegnanti, sempre considerati di serie B”: queste le parole dell’ex nuotatrice e giornalista Novella Calligaris presente lo scorso 8 novembre all’auditorium Goethe Institut, a Roma, nel corso di un evento organizzato dall’Associazione Nazionale Presidi.
Qui la 68enne è stata premiata, alla presenza di Mario Rusconi, presidente di Anp Roma e Cristina Costarelli, presidente di Anp Lazio. L’atleta, nel suo discorso, ha parlato di scuola e di sport: “La musica e lo sport sono linguaggi universali, non occorre tradurli. Vorrei fare un appello al ministro Valditara, vorrei chiedere due cose: lo sport è entrato nella Costituzione; ma dove esercitiamo questo diritto? Sento sempre parlare di sport a scuola, ma sappiamo benissimo quali sono le condizioni degli impianti sportivi scolastici. Se ci fosse una maggiore sensibilità nel capire che lo sport è una forma di educazione, che insegna, dà obiettivi. I ragazzi non hanno obiettivi, si stanno perdendo. Lo sport ti assegna la fatica, che è passione, il rispetto delle regole, la socialità. Non significa diventare campioni del mondo, significa cercare il proprio obiettivo. Sono cose fondamentali per i giovani, che sono il nostro presente, non solo il nostro futuro. Dobbiamo andare incontro a loro e loro devono andare incontro a noi”.
“Lo sport insegna anche la tolleranza. Le donne oggi hanno raggiunto la parità come atlete, ma non come dirigenza. Le donne possono dare tantissimo, e devono iniziare dalle associazioni sportive, che dovrebbero trovare nella scuola il grande alleato. Si potrebbero creare partenariati tra associazioni e scuole”.
Ad essere premiato è stato anche, e questo ci inorgoglisce non poco, il vicedirettore della Tecnica della Scuola Reginaldo Palermo. Ecco le sue parole: “Sono emozionatissimo. Se sono stato premiato non tanto per le mie competenze ma per la mia passione per la scuola ci avete visto giusto. Non dimentichiamo che nella scuola ci sono migliaia e migliaia di persone che fanno il loro lavoro con grande impegno e passione. Grazie a loro la scuola, con tutti problemi che conosciamo, riesce a stare in piedi. Questo mio premio deve essere condiviso con tutte le persone che nella scuola lavorano con tanto impegno e spirito di abnegazione”.
Qualche settimana fa da un post scritto su Twitter, come accade spesso, si è scatenato un grande dibattito in merito all’educazione fisica scuola: ci sono molti utenti che credono che questa disciplina debba essere in qualche modo “depotenziata” rispetto alle altre materie. Come fa chi non è portato al movimento ad avere buoni risultati? Si devono premiare i risultati o l’impegno?
“Per me follia che educazione fisica sia considerata una materia che fa media quando non ha nulla a che fare con le qualità di una persona cioè a scuola si studia non capisco una materia che vede la tua bravura in uno sport mica tutti sono portati perche mi devo rovinare la media”, ha scritto un’utente.
Queste affermazioni hanno scatenato un fiume di reazioni. C’è chi crede che ci siano materie più utili da fare: “Da persona sportiva e che ha sempre avuto voti alti, sono d’accordo. Perché non possono farci fare qualcosa di utile tipo economia oppure lezioni di primo soccorso?”.
“Be c’è anche il caso opposto, chi magari é molto bravo nella coordinazione dei movimenti e magari fa più fatica a studiare. In realtà è molto importante perché ti dovrebbe insegnare che abbiamo un corpo e dobbiamo prendercene cura… però si finisce sempre a giocare a calcio”.
“Assolutamente d’accordo. Va benissimo far fare movimento e sport a scuola, ma non ha senso che venga considerata una materia come le altre, con tanto di voti che fanno media”, ha scritto un’altra persona, che crede che l’educazione fisica non dovrebbe avere lo stesso peso delle altre discipline.
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