Abbiamo già parlato della circolare del liceo Quintiliano di Siracusa che ha fatto firmare una circolare ai genitori degli alunni in cui si chiede di rispettare un preciso abbigliamento durante l’ora di educazione fisica.
La notizia ha fatto il giro del web, portando provocatoriamente, lo scrittore Giordano Tedoldi a chiedere l’abolizione dell’ora di educazione fisica.
A tal proposito arriva la risposta di Cristina Baroni, Presidente SIEF (Società Italiana di Educazione Fisica), che commenta con amarezza e sarcasmo lo stato attuale in cui versa l’insegnamento dell’educazione fisica a scuola: “Nonostante la Circolare del 1983 (C.M. 20 dicembre 1983, n. 352, prot. n. 2633), che prevede l’attrezzatura obbligatoria in ogni palestra scolastica, la ginnastica oggi non la fa quasi più nessuno…anzi, gli attrezzi vengono tolti dalle scuole perché ritenuti pericolosi!
E allora, invece di questa Ginnastica bellissima, difficile, pericolosa, ma per ciò stesso formativa e veramente utile ai ragazzi per “affrontare il pericolo ed imparare a superarlo” (M. Pecchioli), vengono proposte varie attività, dai balli, ai giochi da tavolo (!!!), ai vari giochi sportivi, ai quali ultimi è giusto dare spazio, ma come complemento, non certo come esclusivo contenuto relativo all’”educazione fisica”.
INSEGNANTI SVOGLIATI
Baroni sottolinea che “tanti, troppi insegnanti di “educazione fisica” nelle scuole (non tutti fortunatamente), INVECE DI INSEGNARE, danno un pallone in mano ai ragazzi per farli giocare, magari facendogli fare (spesso in assoluta autonomia) qualche esercizio a caso, senza curarsi se faccia davvero bene o se sia invece dannoso, senza curarsi delle diverse persone che hanno davanti e delle loro diverse caratteristiche, SENZA AVERE, nel loro impegno quotidiano, UN VERO OBIETTIVO…
Per tanto così, davvero le ore a scuola potrebbero essere sostituite da altre più utili (e meno dannose)”.
L’IMPORTANZA DELLA DISCIPLINA
Tuttavia, Baroni ricorda l’importanza dell’educazione fisica a scuola: “indica una materia che, unica tra tutte quelle nella scuola, ha direttamente di mira il corpo, le sue esigenze, le sue problematiche ed i suoi bisogni.
Levare l’educazione fisica dalle scuole equivarrebbe a dire: “Stai mangiando male, è un disastro…allora d’ora in poi sai che si fa? Non ti do più niente”.
Perché l’educazione fisica è una componente fondamentale dell’educazione, non se ne può fare a meno. Lo capirono a fine Settecento gli Illuministi, e fino ad oggi abbiamo perlomeno dimostrato di intuire questo significato del termine.
Oggi, quello che dobbiamo fare è cercare di capire quali sono i bisogni dei ragazzi, quali le esigenze, quali le problematiche, quali le priorità… quindi il vero FABBISOGNO”.
In conclusione, la presidente SIEF propone di “lottare perché l’educazione fisica venga potenziata in tutte le scuole di ogni ordine e grado, perché vengano costruite palestre in numero sufficiente da non costringere ad “imbottigliare” tre classi in una palestra sola, perché queste palestre vengano attrezzate con tutti gli attrezzi ritenuti utili ed importanti per lo scopo che ci siamo prefissati, perché venga affrontato seriamente il problema del necessario aggiornamento degli Insegnanti di Educazione Fisica per quanto riguarda la proposta degli esercizi e migliorata la formazione dei ragazzi che si pongono, come obiettivo di vita e come lavoro, questo delicatissimo ed insostituibile compito”.
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