Ritorna, periodicamente, il dibattito sull’educazione fisica scuola. Ci sono, come ogni volta, due fazioni: c’è chi crede che la disciplina merita lo spazio che ha a scuola, e che sia giusto considerarla e valutarla come tutte le altre materie. C’è invece chi pensa che sia causa di traumi, di competizioni inutili tra alunni e che non può essere valutata come le altre materie, perché non tutti sono portati per fare esercizio fisico.
Tutto è partito, anche stavolta, da un post su X che dice: “Per me è una follia che educazione fisica sia una materia reale e che venga anche valutata”. Da qui il finimondo. Un post di risposta a questo ha attirato la nostra attenzione: “Il problema non è l’educazione fisica ma il sistema di valutazione della scuola italiana che viene applicato in maniera indiscriminata a qualsiasi materia”.
Usare lo stesso metodo di valutazione per materie diverse funziona? Oppure un metodo uniforme non è la soluzione? Si deve considerare il caso “anomalo” dell’educazione fisica?
In ogni caso, ecco alcuni post di persone a favore dell’insegnamento dell’educazione fisica:
“Solo perché ci sono insegnanti che non la valorizzano come materia ed alunni che la sottovalutano per questo. Se fosse veramente insegnata per quella che è realmente sarebbe molto educativa. Ho visto insegnanti renderla utile ed educativa e serviva veramente tanto”.
“È l’unica materia – l’unica – che permette di evidenziare un minimo il legame tra il benessere fisico e quello mentale e psicologico. Ne andrebbe fatta di più. Lo so, in molti casi è solo un modo di classificare quelli “portati” e quelli ‘imbranati’, anziché valorizzare ognuno”.
“Spesso è insegnata male ma penso che sia utile sotto vari aspetti, socializzazione, stacco dalla vita sedentaria dell’aula, conoscere degli sport a cui ti puoi appassionare, se non ti piacciono almeno ti muovi un po'”.
“È una follia che siano solo 2 ore e non 10 e che non si chiami ‘educazione sportiva'”.
“Ci sarebbe una enorme opportunità per educare le nuove generazioni al movimento che ha ricadute positive su salute fisica e mentale e quindi sulla società”.
Ed ecco invece i detrattori:
“Quando non sai fare nulla e gli insegnanti ti umiliano è orribile”.
“Come fai a valutare una persona su qualcosa che non può cambiare a meno che non faccia esercizio regolare fuori scuola”.
“Io odio il fatto che valutino su test pratici come se tutti fossero degli amanti dello sport. si basano sul niente, non preparano fisicamente le persone per sostenerli e pretendono che tutti siano in grado di farli, poi a fine anno li rifanno e vogliono anche il miglioramento”.
“Di base è una materia utile che aiuta anche a svagarsi. Il problema sono gli insegnanti, il mio era svogliatissimo e disinteressato infatti trascorrevo quell’ora a chiacchierare e ascoltare musica”.
“Sarebbe sensata solo se venisse valutato il miglioramento, e non il risultato isolato. Nella prima prova faccio 10, poi dopo settimane di allenamento faccio 11? E allora mi prendo un bel voto (almeno almeno la sufficienza) anche se ‘la sufficienza’ sarebbe in teoria 20”.
“Ci potrebbe anche stare ma senza la valutazione, ceh cosa mi dici che il ragazzino ricco che ha fatto 8 sport da quando ha imparato a camminare viene valutato al livello di una persona che non ha mai avuto queste possibilità? E influisce pure sulla media generale?”.
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