Un vademecum con le linee guida per la scuola sulle strategie di intervento e promozione del benessere dei bambini e degli adolescenti con varianza di genere redatto per gli istituti del Lazio dal Servizio per l’adeguamento tra identità fisica e identità psichica dell’ospedale tra Monteverde e Portuense.
Nell’introduzione si spiega come negli scenari moderni ci sia sempre più la difficoltà di alcuni giovani a riconoscersi in una definizione binaria e questi adolescenti non sentono di appartenere esclusivamente né al genere maschile né a quello femminile, per tal motivo si tende a parlare di non-binary, gender fluid o transgender.
Sono diverse le campagne di sensibilizzazione già avviate o che partiranno nelle scuole. A febbraio il liceo artistico Ripetta di Roma aveva lanciato la “carriera alias” che consentiva a studenti e studentesse transgender di scegliere un nome diverso nella propria scuola. Iniziativa, quella dell’identità provvisoria, che potrebbe essere seguita anche da altri istituti.
Il 9 settembre, sempre nella Capitale, all’Ospedale San Camillo – Forlanini e in collaborazione con la Regione Lazio, ci sarà un webinar per il personale scolastico degli istituti di ogni ordine e grado con psicologi e psicoterapeuti del SAIFIP dal titolo “Le diverse sfumature dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale”.
Secondo alcuni studi infatti, i più bullizzati sarebbero proprio i bambini trans delle scuole medie. Bullismo fisico ma anche verbale. C’è poi la problematica di bagni e spogliatoi, spesso non utilizzati per il forte imbarazzo di entrare in un luogo suddiviso per genere.
Molti studenti del Lazio come afferma ‘La Repubblica’ hanno appreso con favore alla notizia di queste iniziative. Meno d’accordo a livello politico, la Lega regionale che parla di “fatto gravissimo” affermando «Giù le mani dai bambini e dagli adolescenti del Lazio» e attaccando il ministero.
Critiche che sono arrivate anche dalle associazioni in favore della famiglia. Nelle linee guida c’è poi un passaggio che riguarda i documenti ufficiali che devono essere aggiornati dalle scuole eliminando la doppia casella sul genere maschio/femmina.
Contrario alle iniziative il sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso: «Ho personalmente informato i massimi vertici del ministero dell’Istruzione sulla condotta dell’USR del Lazio, tra l’altro sottolineando come si sia agito in esplicita violazione di una circolare del 2015 dello stesso Ministero: in quel documento si ribadisce come le ideologie gender non rientrino tra le conoscenze sui diritti e i doveri dei cittadini da trasmettere agli studenti e siano da considerare pratiche estranee al mondo educativo. Il Ministero, quindi, ha già stabilito che le teorie sull’identità di genere non devono essere confuse con insegnamenti sacrosanti come il rispetto di tutte le persone, il rifiuto di qualsiasi forma di discriminazione e il contrasto a ogni tipo di violenza e bullismo. Bambini e ragazzi – conclude Sasso – vanno accompagnati con amore e rispetto nell’educazione e nella formazione, non trasformati in bersagli della propaganda politica».
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