I problemi dei sistemi scolastici sono stati al centro del confronto sviluppatosi a San Pietroburgo nel corso del summit mondiale dei Paesi del G8.
Nel corso dell’incontro è stata accolta la proposta italiana di un Forum mondiale su ‘Educazione, Innovazione e Ricerca’.
L’iniziativa si svolgerà dunque nel nostro Paese probabilmente nel 2007.
A San Pietroburgo, intanto, tutti si sono detti d’accordo su un punto: i processi di globalizzazione economica rendono ormai indispensabile un approccio sovranazionale ai problemi dell’istruzione e della formazione.
Ma gli sforzi dei diversi Paesi dovranno essere rivolti anche ad aiutare i Paesi meno avanzati a garantire l’accesso generalizzato ad una formazione di base di elevata qualità.
L’ampio e articolato documento conclusivo sottoscritto dai Paesi partecipanti (una dozzina di cartelle, 35 punti ciascuno dei quali riferito ad un obiettivo concreto da raggiungere nei prossimi anni) contiene in sostanza le linee-guida alle quali dovranno attenersi i Ministri dell’Istruzione dei più importanti Paesi del Mondo nella realizzazione delle riforme scolastiche.
“La formazione e l’istruzione – si legge nel documento – deve svolgere un ruolo significativo processi di integrazione culturale e professionale dei migranti”.
D’altronde la presenza di alunni stranieri sta diventano in tutti i Paesi avanzati un problema centrale: in Italia essi arrivano ormai a sfiorare il tetto del 10% rispetto al totale degli alunni.
Indispensabile viene considerata poi la cooperazione con il settore privato, allo scopo di promuovere reti di ricerca che possano generare conoscenza e promuovere innovazione evitando di relegare le nuove tecnologie ad un uso puramente “laboratoriale”, come dire che i sistemi di istruzione devono confrontarsi sempre di più con il territorio e con il “mercato”.
Ma come fare per ottenere migliori risultati ?
I Governi del G8 non hanno dubbi: è necessario che gli studenti raggiungano i migliori risultati possibili nella matematica, nella scienza, nella tecnologia e nelle lingue straniere; e conseguentemente bisogna far sì che all’insegnamento di queste discipline accedano docenti altamente qualificati.