Come abbiamo anticipato, dovrebbe effettuarsi il concorso per docente di educazione motoria alla scuola primaria, per la classe quinta. Del resto siamo già in ritardo, dato che il sottosegretario Sasso aveva annunciato il concorso entro febbraio.
Sulle modalità del concorso si è espresso con parere il Cspi, che tra le altre osservazioni, attacca in maniera molto critica i 24 CFU.
Si farà in tempo a svolgere il concorso?
Considerati i tempi ristretti per poter procedere a dare seguito alla procedura concorsuale, qualora non si dovesse arrivare in tempo con l’inizio del nuovo anno scolastico, si potrebbero utilizzare le graduatorie d’istituto per le rispettive classi di concorso, fermo restando l’inquadramento come personale del settore primario.
Il parere del Cspi
Il parere ha come oggetto lo schema di decreto ministeriale recante “Disposizioni concernenti il concorso per titoli ed esami abilitante per l’accesso ai ruoli del personale docente relativi all’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria, di cui all’articolo 1, commi 329 e seguenti, della legge 30 dicembre 2021, n. 234“.
Il Cspi ha rilevato su tale schema di decreto le seguenti criticità:
- l’assenza, tra le norme richiamate in premessa, dell’ordinanza del Ministro dell’Istruzione 4 dicembre 2020, n. 172, “Valutazione periodica e finale degli apprendimenti degli alunni e delle alunne delle classi della scuola primaria”;
- la mancata previsione nella prova scritta dell’accertamento di conoscenze pedagogico- didattiche caratteristiche del profilo dell’insegnante di scuola primaria, riscontrandosi all’art. 4, comma 3, lett. a), una impostazione più vicina ai concorsi già banditi per la scuola secondaria di I e II grado, che tendono ad accertare nella prova scritta le competenze disciplinari;
- l’assenza di riferimenti ai temi connessi all’inclusione scolastica (in particolare all’art. 5, commi 2 e 3).
- la mancata istituzione di una specifica classe di concorso per questi docenti determina ricadute problematiche anche ai fini della mobilità professionale, introducendo una figura incardinata nell’ordinamento della scuola primaria senza la formazione iniziale necessaria e lo specifico titolo di studio richiesto.
E quanto ai requisiti di partenza, sul parere si legge: i titoli per l’accesso ai ruoli del personale docente relativi all’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria, previsti dall’art. 1, commi 329 e seguenti, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, risultano essere poco adeguati all’impianto pedagogico-educativo e metodologico della scuola primaria. In primo luogo, il conseguimento dei 24 CFU/CFA genericamente nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche risulta insufficiente e comunque evidentemente non comparabile rispetto all’approfondimento riservato a tali tematiche nel percorso universitario quinquennale di formazione dei docenti curriculari.
La questione delle competenze pedagogico-didattiche è dunque particolarmente sentita dal Consiglio superiore della pubblica istruzione, sia con riferimento ai requisiti di partenza sia in relazione all’accertamento delle competenze durante le prove concorsuali. Il segmento del sistema di istruzione della scuola primaria si caratterizza da trent’anni per l’alto valore formativo e per il suo elevato livello pedagogico e didattico e dunque l’intento del Cspi è di non derogare a questo modello.
Diversamente, il rischio sarebbe che i docenti di educazione motoria non siano in grado di soddisfare i requisiti fissati dal DM 249 del 10 settembre 2010 per l’insegnamento nella scuola primaria:
- essere in grado di articolare i contenuti della disciplina in funzione dei diversi livelli scolastici e dell’età dei bambini e dell’assolvimento dell’obbligo d’istruzione;
- possedere capacità pedagogico-didattiche per gestire la progressione degli apprendimenti adeguando i tempi e le modalità al livello dei diversi alunni;
- essere in grado di scegliere e utilizzare di volta in volta gli strumenti più adeguati al percorso previsto;
- possedere capacità relazionali e gestionali in modo da rendere il lavoro di classe fruttuoso per ciascun bambino, facilitando la convivenza di culture e religioni diverse, sapendo costruire regole di vita comuni riguardanti la disciplina, il senso di responsabilità, la solidarietà e il senso di giustizia.
Sasso: “Gli organici dell’educazione motoria”
Ieri, il sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso aveva dichiarato: «L’obiettivo di partire già dal prossimo anno scolastico con l’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria è sempre più concreto. Il decreto varato dai ministeri dell’Istruzione e dell’Economia, che riserva 2.247 posti nella pianta organica dei docenti delle quinte classi per il 2022/23, elimina le incertezze emerse sulle coperture finanziarie dopo il via libera alla Legge di Bilancio. Si partirà, dunque, già da settembre. Poi, dall’anno successivo, toccherà anche agli alunni delle quarte classi e così via, fino a estendere il diritto a un’attività fisica di maggiore qualità a tutti gli studenti della scuola primaria».