Howard Gardner non smette di costituire un punto di riferimento eccezionale per i docenti che vogliano lavorare sulle competenze. Un debito di gratitudine particolare nei confronti dello studioso lo hanno gli insegnanti di educazione motoria, dal momento che Gardner ha portato definitivamente in luce l’equivalenza delle diverse intelligenze e dunque la necessità di lavorare sulle discipline motorie con la stessa attenzione didattico-pedagogica, col metodo, con la scientificità che storicamente la scuola dedica alle discipline logico-matematiche e linguistiche. Insomma fare educazione motoria e farla bene. I docenti di motoria non sono insegnanti di serie b.
Al di là dei riferimenti teorici, quali strategie, proposte, strumenti per coinvolgere e motivare gli alunni permettendo loro di fare ginnastica divertendosi e nel contempo di acquisire abilità e competenze? Quali traguardi oltre a quelli strettamente connessi alle singole attività sportive? In particolare nella scuola dell’infanzia e primaria, gli obiettivi didattici saranno per lo più orientati a comprendere il proprio corpo in modo globale e completo, a “sentirlo”, a gestirlo, a coordinarlo in ragione di ciò che si vuole comunicare cognitivamente o esprimere emotivamente. In breve, la scuola e l’insegnante di motoria devono valorizzare l’intelligenza cinestetica, procedurale, spaziale, con attività dedicate che nei primi anni prestino particolare attenzione agli schemi motori di base: camminare, correre, danzare, al di fuori delle logiche agonistico-sportive che potranno tutt’al più riguardare i successivi gradi di scuola.
Dunque che fare? Che genere di attività di educazione fisica sono particolarmente indicate nella scuola dell’infanzia e alla scuola primaria? Estremamente efficaci sono i laboratori: laboratori di danza, di teatro e movimento, di yoga, che coniugano con equilibrio competenze spazio-motorie e competenze espressivo-emotive, spesso con risvolti socio-relazionali laddove gli alunni siano chiamati non solo a esprimersi individualmente ma a partecipare al gioco con un obiettivo condiviso. Di grande impatto associare i giochi di movimento alle favole, ad esempio legando i contenuti di una fiaba nota a determinate procedure motorie, all’interno di una struttura didattica precisa, costituita da attività di warming-up (riscaldamento o scioglighiaccio), attività di gioco vero e proprio, e per finire attività di cooling-off (uscita dal gioco), per riflettere, a conclusione di tutto, sulle emozioni suscitate dal gioco.
Su questi temi, segnaliamo il corso della formatrice Rosa Cipriano: “COME RENDERE DIVERTENTE IL MOVIMENTO“. Proposte di attività ludico motoria per far muovere i bambini in modo divertente e creativo, i cui quattro appuntamenti si terranno nei giorni 6, 8, 13 e 16 luglio (sempre dalle ore 16:00 alle ore 18:00).
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