Le sintesi giornalistiche rischiano spesso di creare equivoci e fraintendimenti ed è per questo che le dichiarazioni del ministro dello Sport Andrea Abodi vanno prese con le pinze.
Nel mostrare apprezzamento per la pubblicazione del bando di concorso per l’assunzione di docenti specializzati per l’educazione motoria nella scuola primaria, Abodi avrebbe dichiarato: “Il comune obiettivo di mandato, che condivido nel rispetto dei ruoli con il collega Valditara, è di poter garantire, entro il 2027, l’educazione motoria anche nei programmi didattici dei primi tre anni della scuola elementare, nei quali ancora non è prevista, confidando che migliori anche il numero di ore settimanali dedicate all’attività motoria e all’educazione fisica nella scuola primaria, di primo e secondo grado”.
Ci permettiamo di osservare che, per la verità, l’attività motoria fa parte del curricolo della scuola primaria da sempre.
Presente nei vecchi programmi Ermini del 1955 (si chiamava educazione fisica, ma veniva spesso chiamata “ginnastica”), nei programmi del 1985 prende la denominazione di “educazione motoria” e viene espressamente prevista per tutte le classi dalla prima alla quinta. I programmi didattici della scuola elementare del 1985 dedicavano alla educazione motoria un testo di 10mila battute circa, poco meno di 1500 parole.
Con le Indicazioni nazionali del 2012 si passa dall’educazione motoria all’educazione fisica, il testo si riduce ma resta ampio e articolato: 7mila battute e poco meno di un migliaio di parole.
Nel modello della certificazione delle competenze attualmente in uso al termine della scuola primaria si prevede esplicitamente questa voce: “In relazione alle proprie potenzialità e al proprio talento si esprime negli ambiti che gli sono più congeniali: motori, artistici e musicali”.
Insomma, che sia educazione motoria, educazione fisica o ginnastica l’attività motoria ha sempre fatto parte dei programmi scolastici della scuola elementare o primaria che dir si voglia.
Altra questione, ovviamente, è quella che a che fare con le specifiche competenze dei docenti che la insegnano.
La legge finanziaria del 2022 ha introdotto i docenti specialisti, e questa è certamente una novità interessante, ma parlare di rivoluzione dei programmi e di inserimento di una nuova disciplina nei curricoli della primaria ci sembra davvero eccessivo.