I lettori ci scrivono

Educazione motoria: non si valuta lo sport o la prestazione ma l’essere persona in un contesto dinamico

Gentile Redazione,

le scriviamo a proposito del vostro articolo “Educazione fisica, esplode il dibattito: “Follia che faccia media tra i voti, non sono tutti portati per lo sport”.

Educazione Motoria, Scienze Motorie, Educazione Fisica… quante definizioni nelle sopracitate discipline che poi a ben guardare è sempre la stessa ed una sola! Differenze nei traguardi, negli scopi e quindi anche nei contenuti… ma il cuore è lo stesso; come in matematica del resto.

Quindi il voto si mette o non si mette? Diritto di essere valutata oppure no? Molte e confuse opinioni sorgono ogni volta sul tema che ci fanno perdere tempo (come il nostro in questo momento) per ribadire la dignità di tutti gli insegnamenti e quindi di tutti gli apprendimenti trasversali che con un’osmosi invisibile fioriranno in quello che poi chiameremo cultura e competenza dei nostri figli.

Siamo anche consapevoli che, quando si parla di Educazione Fisica (EF) o di Scienze Motorie (SM), la polemica muove non poche teste e cervelli nel prodigarsi a vario titolo per esprimere il proprio pensiero… anche non richiesto. Si fa fatica a trovare una disciplina che scateni così tanto interesse sul come e sul perché valutare.

Forse presuntuosamente, vogliamo dire la nostra. Impeto mosso dal fatto che nelle palestre scolastiche ci lavoriamo e di una passione ne abbiamo fatto una professione.

Non si tratta di dare una valutazione al presente/non presente; partecipa/non partecipa. Non si tratta neanche di valutare lo sport. Noi non valutiamo nemmeno la prestazione anche se la usiamo come strumento. Certo…qualcuno sbaglia e si ferma alla sola misura dell’abilità ma in quante discipline del panorama scolastico i nostri alunni sono costretti a dare ragione solo di abilità, solo di griglie o di dati mnemonici imparati senza amore e consapevolezza?

Chi dice che “non dobbiamo valutare” sbaglia perché non conosce la nostra disciplina, non conosce che da oltre un decennio si parla di progettazione per competenze e valutazione secondo livelli di consapevolezza e uso del dato.

Anche la valutazione in EF e SM ha la sua dignità e ragion d’essere. In gioco c’è la valutazione di un alunno in un ambiente che spesso consente di estrapolare informazioni sull’individuo che non sono solo su quante cose sa ripetere ma anche in quello che sa essere come persona in un contesto dinamico, di relazioni forti e di convivenza a volte stretta!

Avremmo preferito confrontarci sul come valutare e non su esternazioni poco ponderate che per fare sensazionalismo dicono che lo sport non si deve valutare. È sempre stato così del resto: non si valuta lo sport. Potete andare a setacciare le Indicazioni nazionali di tutti gli ordini di scuola… e crediamo proprio che la parola prestazione non venga mai citata. Provare per credere.

Noi pensiamo alle competenze da raggiungere, educhiamo e non istruiamo, usiamo le discipline sportive come maschera pirandelliana per altro. Perché un passaggio in fondo è un modo per entrare in relazione e mi fa capire come l’alunno osserva e agisce nell’ambiente.

Questa è la nostra valutazione.

La Confederazione delle Associazioni Provinciali Diplomati Isef e Laureati in Scienze Motorie.

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