Qual è l’idea del Ministro intorno alla “educazione sentimentale” a scuola? Secondo quanto è dato sapere si tratterrebbe di una idea ancora da sviluppare bene, ma nelle grandi linee si sta progettando di implementare un’ora a settimana di “educazione alle relazioni” nelle scuole superiori con incontri per tre mesi all’anno e un totale di dodici sessioni.
La proposta per introdurre l’educazione sentimentale a scuola, sarà presentata dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, domani mercoledì 22 novembre, insieme alla ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità Eugenia Roccella e al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
Interessante nella proposta l’intervento di influencer, cantanti e attori per ridurre le distanze con i giovani e coinvolgerli a pieno in un percorso di educazione sentimentale che non può più aspettare.
Secondo la bozza del progetto, gli studenti, guidati da un docente in qualità di moderatore, prenderanno parte a discussioni di gruppo, esponendosi in prima persona sul tema.
Il progetto, considerato che la strategia del silenzio e dei tabù ha fallito, si baserà dunque sulla parola, sul dialogo: parlare e far parlare i giovani delle tematiche legate alla sessualità e all’affetto che, secondo tutti gli esperti, sta diventando un’urgenza del nostro sistema educativo.
Non si lamentano fra l’altro gli studenti di non venire ascoltati? Ed ecco dare loro a scuola la possibilità di far sentire la propria voce, restringendo così il divario tra loro e chi dovrebbe educarli.
Sarebbe pure previsto, nel progetto di Valditara e del suo staff, l’introduzione di psicologi, avvocati, assistenti sociali, e organizzazioni contro la violenza di genere. Proprio in tale contesto di sensibilizzazione verrebbe coinvolto anche il ministero delle Pari Opportunità e della Famiglia, nonché quello della Cultura. Un aspetto chiave sarà la diffusione del numero verde antiviolenza 1522, con il coinvolgimento anche del mondo dello sport per far conoscere questo strumento ad una vasta platea.
Il piano prevede, come si è già detto, la collaborazione tra diversi settori per elevare l’educazione degli studenti nelle scuole, nelle consapevolezza che gli adolescenti di oggi passano poco tempo con i propri genitori, cosicchè la scuola diventa il luogo elitario per la lo formazione e il senso di cittadinanza, anche se non è del tutto definito il ruolo della scuola e finora non pare abbia sostituito del tutto il vuoto lasciato dalla famiglie.
Ma le critiche al progetto, oltre a queste già elencate, appaiono altre, considerato che la stessa prima ministra, la premier Meloni, vuole essere chiamata al maschile, “il presidente”, insieme alle altre ministre femmine che hanno fatto passare da sempre, come la destra ha preteso, il maschile al posto del femminile, pur essendoci il corrispettivo nella lingua italiana: ministra, sindaca, direttrice o direttora ecc.
Inoltre, sembra pure che verranno richieste presenze costanti di figure professionali dentro questa nuova materia dell’educazione sentimentale, come psicologi nelle aule e la previsione di un maggiore numero di ore da dedicare all’educazione sessuale ed emotiva.
Per quanto riguarda invece il tema dell’educazione sessuale a scuola, meno di un mese fa scoppiava la bagarre alla Camera, quando durante l’esame del Ddl contro la violenza sulla donne, il deputato leghista Rossano Sasso definiva l‘educazione sessuale nelle scuole una “nefandezza”, promettendo “alla sinistra e in particolare al M5S che fino a fine legislatura noi faremo muro” contro l’inserimento dell’educazione sessuale nelle scuole per i bambini fino a 6 anni.