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Educazione sessuale alla primaria. La Ds Raccuia: riproduzione e sessualità temi previsti dalle indicazioni nazionali del 2012 – INTERVISTA ESCLUSIVA

A seguire l’intervista alla dirigente scolastica Anna Raccuia, di un istituto comprensivo della provincia di Mantova, ascoltata dalla nostra redazione seguito delle polemiche e delle pretestuose accuse scatenate dall’associazione Pro Vita e cavalcate dallo stesso sottosegretario Sasso, circa un presunto “indottrinamento” della scuola nei confronti degli studenti, dal quale i docenti si sarebbero dissociati, secondo quanto ha dichiarato Rossano Sasso.

C’è chi la accusa di promuovere una fantomatica teoria gender nella sua scuola, dirigente. Cosa risponde?

“Teoria gender? Assolutamente no, nessuna battaglia ideologica nella mia scuola, solo approfondimenti didattici in chiave scientifica su temi previsti dalle indicazioni per il curricolo del 2012 e inseriti tra i traguardi per la classe quinta di scuola primaria. Un’attività che abbiamo svolto con uno psicologo bravissimo, molto competente e di grande cultura”.

I docenti e i genitori si sono dissociati dall’iniziativa didattica?

Anche in questo caso la dirigente smentisce: “I docenti dissociati? L’iniziativa curricolare ha la piena approvazione del personale dell’istituto e delle famiglie. Da dieci anni – spiega la preside – offriamo questo genere di approfondimento didattico, un’iniziativa approvata all’unanimità dal collegio docenti e dal consiglio di istituto. Quanto alle famiglie, su 54 totali (nell’ambito di 3 classi e di due plessi), quest’anno 48 famiglie hanno aderito e solo 6 non hanno dato il consenso”.

E aggiunge: “Hanno aderito persino famiglie di extracomunitari di altra religione. I genitori, peraltro, mi hanno ringraziato con una lettera scritta, perché li ho aiutati nell’educazione dei propri figli”.

Quindi torna a ribadire che “la scuola non ha fatto altro che allinearsi rispetto alle indicazioni del Ministero dell’Istruzione: l’apparato riproduttore, la riproduzione, la sessualità sono questioni da conoscere alla fine del percorso scolastico della primaria”.

L’Usr vi ha contattato dopo le polemiche sollevate dall’Associazione Pro vita?

“Sì, ci ha contattato. Volevano capire da noi cosa stesse accadendo. Ma ripeto: da dieci anni facciamo attività pedagogico-didattiche sull’affettività e sulla sessualità, non c’è nulla di strano. Durante la pandemia le abbiamo fatte a distanza, con la partecipazione dei genitori, e nessuno di loro ha mai avuto da ridire. Queste attività fanno parte del nostro Ptof 19-22. Peraltro ora l’Usr ha anche la lista delle domande dei bambini, perché questa attività formativa è già iniziata in uno dei due plessi. Domande interessantissime, quelle dei bambini, tutte su questioni scientifiche”.

Vorrebbe dire qualcosa al ministero dell’Istruzione?

“Sì. Mi piacerebbe che in tutta questa situazione il ministero si facesse sentire. Qui è in ballo la libertà di insegnamento tutelata dalla Costituzione”.

Le Indicazioni nazionali per il curricolo

In chiusura ricordiamo ai lettori della Tecnica della Scuola quanto è scritto sulle Indicazioni nazionali per il curricolo del 2012, in tema di traguardi per lo sviluppo delle competenze alla fine della scuola primaria, in ambito scientifico: l’alunno ha consapevolezza della struttura e dello sviluppo del proprio corpo, nei suoi diversi organi e apparati, ne riconosce e descrive il funzionamento, utilizzando modelli intuitivi ed ha cura della sua salute.

E in particolare alla fine della classe quinta l’alunno dovrà: acquisire le prime informazioni sulla riproduzione e la sessualità.

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Carla Virzì

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