La pubblicazione recente di un articolo dell’Università di York relativo ai gravi – e talvolta irrecuperabili – effetti a breve e a lungo termine sulla salute psichica e sulla stabilità mentale del corpo docente in servizio nel Regno Unito a seguito di episodi e periodi di burn-out prolungati ha messo in allarme le strutture sanitarie ed a rischio l’intera tenuta del sistema educativo, che già si confronta, come analizzato in numerosi articoli pubblicati su La Tecnica della Scuola, con annosi problemi di retribuzione, tutela sul posto del lavoro, elementi che rendono complesso il ricambio generazionale con effetti sul servizio. A preoccupare gli esperti è il “lavoro sommerso” esterno e non regolarizzabile con orari e timbrature di cartellino varie: la preparazione dei materiali per le lezioni frontali, la correzione delle prove scritte, l’organizzazione di attività extra-scolastiche ed extra-curriculari di competenza del docente sono la principale causa del burning-out, noto a livello medico come una sensazione di sovraccarico continua a livello ansioso che favorisce episodi di stress estremi e di ansia, panico con effetti diretti sulla salute mentale dei docenti.
Il burnout – una sindrome psicosociale – è stato a lungo collegato a problemi di salute fisica in una vasta gamma di occupazioni; una ricerca dell’Università di York e della York St John University ha ora, per la prima volta, dimostrato che questo vale anche – e soprattutto – per gli insegnanti. In un contesto educativo, il burnout è definito da tre sintomi: esaurimento emotivo, cinismo e ridotta efficacia professionale. I ricercatori hanno scoperto che il burnout degli insegnanti era correlato a disturbi somatici più frequenti come mal di testa, malattie fisiche e disturbi della voce. I ricercatori hanno anche trovato prove di legami con la funzione cardiaca alterata e le risposte ormonali. La dott.ssa Lisa Kim, docente di psicologia dell’educazione presso l’Università di York, ha dichiarato: “Il nostro studio si aggiunge a un crescente corpo di ricerca che suggerisce che le esperienze psicologiche di un individuo possono manifestarsi come sintomi fisiologici. È importante, quindi, riconoscere che affrontare il burnout degli insegnanti non è solo benefico per la salute mentale, ma anche per il benessere fisico“. Lo studio, la prima revisione sistematica della ricerca che esamina il burnout degli insegnanti e le conseguenze sulla salute fisica, ha esaminato i dati provenienti da contesti secondari e terziari di un’ampia gamma di paesi, tra cui l’Italia.
Più di 5.000 insegnanti hanno preso parte agli studi, con un’età media di 43 anni, il 60% di partecipanti donne e con 14 anni medi di esperienza di insegnamento. Lo studio fa seguito a una precedente ricerca del team che ha identificato il burnout come uno dei più forti predittori delle intenzioni degli insegnanti di lasciare la professione. Nella loro ultima ricerca, il team ha identificato tre modalità e sistemi principali presso i quali la salute degli insegnanti è a rischio di burnout; maggiore ricaduta in comportamenti malsani, risposte allo stress attenuate e funzione immunitaria inibita, con effetti sulla contrazione di agenti patogeni (i docenti si ammalano più spesso). Il dott. Daniel Madigan, professore associato e capo della ricerca per la School of Science, Technology and Health della York St John University ha dichiarato: “Per aiutare a sostenere i nostri insegnanti, è essenziale che le scuole e i membri del governo agiscano per affrontare il burnout e rivedano il molte richieste poste agli insegnanti sarebbero un buon punto di partenza.”
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