Categorie: Personale

Efficientismo ed efficacismo con la nuova riforma degli OO.CC.

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Sviluppo, organizzazione, economia sono dei vocaboli molto in voga nell’Italia dilaniata da una crisi sociale molto forte, che morde in particolare le classi sociali medio-basse, risparmiando quelle categorie che si mascherano dietro i falsi modelli di efficientismo e efficacismo. Il modello delle autonomie locali, nato per rendere il servizio pubblico più efficiente ed efficace, nato anche per responsabilizzare la classe dirigente, nel dovere rispondere direttamente al cittadino degli eventuali disservizi, è miseramente fallito.
La mancanza dell’etica della responsabilità della nostra classe politica e della nostra classe dirigente, ha generato un modello di Stato federale, sprecone e inaffidabile.
Basti pensare all’effetto domino degli scioglimenti di grandi Regioni italiane, che si nascondevano dietro l’efficientismo ed efficacismo, per nascondere arricchimenti personali e scarsa trasparenza. Adesso questi termini di stampo aziendalistico, ci riferiamo all’efficientismo e all’efficacismo, sbarcano nel pianeta scuola. Vogliamo proprio augurarci, ma non siamo molto ottimisti, che le cose vadano meglio di come sono andate e come stanno andando per gli enti locali. Ma attraverso quale provvedimento di legge ci troveremo ad agire in una scuola più efficiente e più efficace? Si tratta della proposta di legge n. 953, che dopo diverse modifiche nell’arco di quattro anni, volute in particolare dal partito democratico, è passato a stragrande maggioranza: 24 voti favorevoli, un astenuto e quattro contrari. 
Quali modifiche fondamentali sono previste in questa legge per rendere l’organizzazione della scuola più efficiente e più efficace? La modifica principale è quella che in ogni istituto dovrà essere istituito uno Statuto e di un Regolamento che regolino tutta la vita scolastica. Quindi in buona sostanza potremmo dire: “istituto che vai, statuto che trovi”. Non esisteranno più regole comuni, ma ogni singola scuola avrà l’autonomia di regolamentare l’istituzione e la composizione dei suoi organi interni, nonché le forme e le modalità di partecipazione della comunità scolastica. Quindi si potrà dire addio ai vecchi organi collegiali, nati dai decreti delegati del 1974, e assisteremo alla nascita di nuovi organismi collegiali.
 Il Consiglio d’istituto sarà rottamato per cedere il posto al nuovo Consiglio dell’autonomia. Per quanto previsto dal PDL n. 953, questo nuovo organo collegiale sarà formato da genitori, insegnanti e studenti, nelle scuole superiori e da un solo personale ata. Nel Consiglio dell’autonomia faranno parte di diritto, quindi senza che siano stati eletti, il Ds e il Dsga. La grande novità è quella che, se deliberato dai due terzi dei componenti, potranno entrare nel Consiglio dell’autonomia fino ad un massimo di due rappresentanti esterni. La componente docente e quella del personale ata vengono fortemente ridimensionate rispetto all’attuale Consiglio di istituto. I docenti saranno in numero paritetico alla componente dei genitori nel caso degli istituti comprensivi, mentre saranno lo stesso numero dei genitori più studenti nel caso delle scuole secondarie di secondo grado. Il testo di legge, lascia l’incarico di presidenza sempre ad un genitore, che verrà nominato all’atto dell’insediamento del Consiglio dell’autonomia eletto. I compiti del Ds in seno al CDA, saranno quelle di gestire le risorse umane, finanziarie e strumentali. 
Il CDA rimarrà in carica, così come era per il Consiglio d’Istituto, per un triennio. In nome dell’efficientismo e dell’efficacismo anche il vecchio Collegio dei docenti cambierà nome. Si chiamerà Consiglio dei docenti è si occuperà della didattica e della programmazione dell’azione educativa. La cosa che i comitati studenteschi non riescono a mandare proprio giù e che ha fatto montare forte la protesta, che culminerà nella protesta studentesca del prossimo 26 ottobre, è il fatto che le assemblee studentesche, previste una volta al mese, non saranno più un diritto autogestito, ma diventeranno organizzate dalla scuola nel ambito della propria autonomia didattica. Infine per fare un’ode all’efficientismo e all’efficacismo, ogni scuola dovrà obbligatoriamente formare un “Nucleo di autovalutazione” dell’efficienza, dell’efficacia e della qualità complessive del servizio scolastico. Questo Nucleo sarà formato da un minimo di cinque ad un massimo di sette membri, che dovrà avere necessariamente al suo interno un docente, un genitore, uno studente (solo per le scuole secondarie di secondo grado) e un esperto esterno. Dopo l’approvazione, ormai scontata di questa proposta di legge, ci troveremo di colpo in una scuola più efficiente ed efficace. Forse!

Lucio Ficara

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