Le elezioni amministrative del 20 e 21 settembre si svolgeranno negli istituti scolastici. La certezza è arrivata dalla risposta negativa del Viminale all’utilizzo di sedi istituzionali alternative, come le Poste.
L’opzione migliore sul tavolo per individuare i 54.800 seggi necessari erano gli uffici postali, locali pubblici e ben distribuiti in tutte le località, paesi compresi, ma Poste Italiane ha declinato: sarebbe stato troppo costoso chiudere gli uffici per così tanti giorni, ha scritto La Repubblica mercoledì 8 luglio.
Il viceministro dell’Interno Matteo Mauri ha quindi confermato che “purtroppo non abbiamo molte altre alternative. Siamo tutti d’accordo che cercare di risparmiare le scuole da uno stop and go sarebbe molto importante, ma la macchina elettorale è estremamente complessa e ha delle regole inderogabili”.
Si tornerà quindi sui banchi il 14 settembre. Con l’eccezione della Campania, che ha deciso perciò di posticipare il rientro a scuola direttamente al 24 settembre, dopo l’election day. Poi ci sono casi di Regioni, come la Puglia, che vorrebbero fare altrettanto. Ma anche Comuni, come Venezia, che propone addirittura il 10 ottobre. Tranne la Campania, che non ha sottoscritto le Linee Guida per il rientro scuola sulle quali c’è stato invece l’accordo di tutti gli altri governatori, tutte le altre regioni (e i comuni che vi appartengono) dovranno quindi sottostare all’indicazione dell’avvio dell’anno coincidente con lunedì 14 settembre.
In ogni caso, ricordiamo, i giorni di scuola che al massimo andranno persi saranno tre: sabato 19 settembre (laddove si svolgano lezioni in quel giorno), poi lunedì 21 e martedì 22.
Molto critico con la decisione si è detto Lorenzo Fioramonti, ministro dimissionario dell’Istruzione, ex M5S, ora passato al Gruppo Misto. “Priorità alle elezioni ma non alle lezioni. Oggi la conferma: si voterà nelle scuole. Sempre le solite scuole, lasciate ai margini della politica, anche quando dice di volerle mettere al centro della programmazione”.
“Riaprire le scuole il 14 settembre, per poi richiuderle dopo pochi giorni – continua Fioramonti – significa che molti presidi (ragionevolmente) apriranno solo ad ottobre, viste le opere di sanitizzazione e l’enorme numero di cattedre vacanti.
“Anche su questo fronte il Governo non ha voluto ascoltare, garantendo che si sarebbero trovati luoghi alternativi per la collocazione dei seggi elettorali (una proposta campata in aria, visti i tempi)”. “Per questo abbiamo presentato una risoluzione chiedendo di aprire il 1° settembre e spingendo sulla stabilizzazione dei precari storici per evitare il caos da supplentite”.
Secondo il presidente dell’Anp Antonello Giannelli, l’importante è che “non slitti l’inizio dell’anno scolastico perché di tempo ne abbiamo perso abbastanza, quindi spero che si mantenga la data del 14”.
In assoluto, aggiunge Giannelli, “il problema delle scuole che devono chiudere per ospitare i seggi deve essere risolto una volta per tutte perché non è possibile perdere periodicamente giorni di lezione in alcune scuole. È necessaria una ricognizione degli spazi effettuata con un anticipo maggiore rispetto alle scadenze elettorali”.
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