Il SISA manifesta la più assoluta e incondizionata solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori dell’ELECTROLUX, come a quelli della FCA, questa nuova società automobilistica anglo-olando-statunitense, che ha chiuso dopo oltre un secolo la storia della Fiat. Il Sisa è ugualmente solidale coi lavoratori della ristorazione che a noi si sono rivolti, i quali in cambio di dieci ore giornaliere di lavoro e giorni di riposo salutari e a discrezione del datore, ricevono 800 euro al mese, la stessa retribuzione mensile che si vuole dare agli operai ELECTROLUX.
Che i privati paghino i lavoratori 800 euro al mese è grave, ma in realtà il governo, qualunque governo, non può intervenire, i sindacati, anche il SISA, possono protestare e solidarizzare. Poi ai lavoratori resta l’alternativa: o accettare 800 euro o restare a casa senza lavoro e senza salario. È terribile.
Eppure in questa situazione qualcosa si può fare, un’operaia friulana ha detto in questi giorni: “con 800 euro io ci vivo, basta che il mutuo e la spesa al supermercato mi costino la metà.” L’operaia ha ragione e su questo il governo, qualunque governo, può e deve intervenire. Occorre una titanica azione governativa per dimezzare i costi dei prodotti nei supermercati, con controlli, vincoli, obbligo di prodotti calmierati, così come un intervento radicale sulle banche per il dimezzamento dei mutui. Due prime iniziative a cui ne devono seguire molte altre, sempre volte al dimezzamento del costo della vita, iniziative tutte possibili. Perché il futuro dei lavoratori italiani è di ricevere un salario medio di 800 euro. Intendiamoci, sappiamo bene che esiste una voracità padronale volta a mantenere gli utili costanti a scapito dei lavoratori, ma questo è il capitalismo. Il Sisa da sempre si batte per l’instaurazione del socialismo e la fine del capitalismo-consumismo.
Tuttavia vi è un’altra elemento che determina questa situazione. L’Occidente ha fondato dal 1945 fino ad oggi la propria ricchezza sul furto e la rapina delle materie prime energetiche e alimentari del Sud del mondo, i cui lavoratori, operai e contadini, sono stati per decenni pagati in modo schiavile. La globalizzazione agisce per un riequilibrio planetario dei salari. Oggi un operaio del Sud del mondo sta accedendo a una retribuzione cento volte superiore al passato, percependo un salario che lo sta avviando a una vita degna e dignitosa. Emergono nazioni e continenti di cui i media parlano poco e nulla. Questi lavoratori del Sud del mondo, mentre accrescono la loro retribuzione, si pongono concorrenzialmente in competizione con i lavoratori occidentali, certo con tutti i guasti di un sistema capitalista fondato sullo sfruttamento e la prevaricazione, quando sarebbe meglio un sistema socialista di riorganizzazione solidale del lavoro planetario. Questo movimento mondiale verso un’uguaglianza salariale tra i lavoratori della terra era un fattore ineludibile, inscritto dentro la storia, occultato a fini politici da una classe dirigente ignorante e incapace di immaginare soluzioni solidali a questo cambiamento epocale, nonché asservita ai poteri forti di banche e multinazionali. Quando noi del SISA nel 2001 spiegavamo questi mutamenti a Genova, al NoG8 di luglio, subivamo una repressione violenta senza essere ascoltati. Nel decennio che è seguito, e ancor oggi, alle nostre approfondite e documentate analisi si sono preferite e si preferiscono le parole retoriche e roboanti, tanto di parte padronale, quanto di una certa sinistra parolaia e inconcludente.
Il governo italiano ha quindi il potere e l’obbligo di permettere agli italiani di vivere con 800 euro, intervenendo sul potere di acquisto dei cittadini italiani, garantendo accesso ai servizi, salario indiretto, calmieramento di mutui, affitti e beni alimentari di prima necessità. Questo il Sisa chiede ed esige. Solo così potremo costruire un futuro degno, partecipato, solidale, anche in Italia, anche in Europa. L’alternativa è solo la disperazione sociale, la fame, un impoverimento violento e generale.
Davide Rossi
Segretario generale Sisa (Sindacato indipendente scuola e ambiente)
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