Anche le altre nazioni devono fare i conti con un regressione degli apprendimenti dei loro allievi: l’ultimo dato arriva dal Regno Unito, dove in base alle ultime “Statistiche sui curriculum scolastici condotte a livello nazionale” il livello di rendimento degli allievi delle elementari nella conoscenza della lingua inglese si è ridotto. La percentuale di studenti che ha raggiunto il livello richiesto in inglese (‘level 4’) è scesa di poco, un solo punto percentuale (l’80% nell’anno scolastico che si è appena concluso, rispetto all’81% del 2007/2008); ma quanto basta per scatenare la polemica sulla necessità di adottare delle linee guida diverse da quelle che governano oggi il sistema scolastico britannico di base.
Per quanto la proporzione degli alunni che hanno ottenuto un punteggio sufficiente in matematica e scienze, è rimasta la stessa dell’anno scorso: l’88%. Secondo una parte dei sindacati, docenti ed esperti di istruzione questi dati sarebbero comunque tutti di dimostrare: i nuovi strumenti statistici di valutazione vengono infatti giudicati da loro poco curati e frettolosi per dare un quadro realistico della situazione.
In ogni caso, di recente il ministero dell’istruzione britannico ha avviato un dibattito su un sempre più probabile rinnovamento della scuola elementare che guarda con molta attenzione alle nuovo tecnologie on line: il testo di riforma riporta che la “fluidità dell’uso scritto e parlato della lingua inglese deve avanzare di pari passo con quella dell’uso del web”.
In ogni caso, di recente il ministero dell’istruzione britannico ha avviato un dibattito su un sempre più probabile rinnovamento della scuola elementare che guarda con molta attenzione alle nuovo tecnologie on line: il testo di riforma riporta che la “fluidità dell’uso scritto e parlato della lingua inglese deve avanzare di pari passo con quella dell’uso del web”.
Saranno sei le aree centrali del sistema istruttivo del Regno Unito: al primo posto c’è proprio la lingua inglese, poi comunicazione e lingue, matematica, scienze e tecnologia, scienza umane, sociali e ambientali, salute fisica e benessere, arte e design. La linea a favore dell’uso ragionato di internet sarebbero giunte da Sir Jim Rose, ex capo di Ofsted (il Dipartimento del Governo per la tutela dei minori): è chiaro che motivazioni siano quindi non solo didattico-formative, ma anche preventive. L’esperto di minori reputa fondamentale che ad esempio gli alunni oggi già a dieci anni siano in grado di destreggiarsi con le attività di blogging; oltre che consultare con efficacia l’enciclopedia digitale on line Wikipedia e il social network Twitter, l’equivalente sopra la Manica di quello che è per noi Facebook.