Sono diventate un caso le parole dell’ex diplomatica Elena Basile, che in un video ha attaccato la senatrice a vita Liliana Segre, a detta sua tormentata “solo dal pensiero dei bambini ebrei” in seguito allo scoppio, lo scorso ottobre, della guerra tra Israele e Palestina.
Il figlio di Liliana Segre, come riporta Ansa, ha annunciato di voler sporgere querela nei confronti dell’ex funzionaria della Farnesina. “Ieri notte mi sono pervenute due mail da Elena Basile, in risposta alla mia mail di contestazione di ieri mattina” ha aggiunto in un comunicato Luciano Belli Paci, il figlio di Segre, sottolineando che Basile “sostiene che il pensiero di Liliana Segre sarebbe stato travisato da non meglio precisati articoli di stampa, a seguito dei quali sarebbe nato il suo video, e che dunque la senatrice dovrebbe chiedere a quei giornali che l’hanno fraintesa, e non a lei, di rettificare”. L’ex diplomatica, inoltre, “si dichiara felice di apprendere che la senatrice Segre ha a cuore la morte dei bambini di tutte le nazionalità e gruppi etnici” e “si dice spiacente se il video ha ferito Liliana Segre”.
Rispondendo a Basile, il figlio della senatrice a vita ha precisato “che i travisamenti del pensiero di Liliana Segre da parte della stampa non risultano” e “che prendiamo atto del fatto che non ritiene di assumersi le sue responsabilità per le affermazioni diffamatorie ed ingiuriose contenute sia nel video sia nell’intervista pubblicata dal giornale online” e “del fatto che non ritiene di adottare le misure riparatorie suggerite”. Liliana Segre ha dato incarico al suo penalista di fiducia “di procedere a norma di legge nei suoi confronti”.
“Mi dispiace perché la senatrice con il suo nome e la sua determinazione potrebbe contribuire al bene comune e a contrastare i doppi standard. Le denunce e le querele alimentano il clima d’odio e di antisemitismo”, così l’ex diplomatica Basile commenta la decisione di procedere alla querela.
“Mi associo ai giusti argomenti e alle parole emerse in maniera unanime da parte di tutti i gruppi e abbraccio la senatrice Liliana Segre che speriamo di vedere presto qui in Aula. A lei rivolgiamo un saluto”. L’Assemblea del Senato si è alzata in piedi con un lungo applauso tributato alla parlamentare, dopo le parole del presidente Ignazio La Russa che concludono gli interventi in Aula sulla questione del video di Elena Basile contro la senatrice vita Liliana Segre.
“Esprimiamo incredulità e indignazione per le parole estremamente offensive contro la Presidente Segre. I membri della commissione antidiscriminazione, presieduta dalla senatrice a vita, si stringono alla Presidente e respingono con forza le assurde falsità proposte dall’ex funzionaria della Farnesina, Elena Basile, e s’impegnano a continuare il lavoro per contrastare strategie mirate a istigare all’odio e per contrastare l’antisemitismo, il razzismo e ogni forma di discriminazione. Un impegno espresso all’unanimità. I commissari si uniscono con affetto e assoluto sostegno alla Presidente Segre”, lo rende noto la Commissione straordinaria intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza del Senato.
Durante il suo discorso di apertura, la senatrice ha fatto presente, commossa, un suo ricordo personale, un momento molto toccante che ha sottolineato l’importanza storica di questo avvenimento: “Oggi sono particolarmente emozionata di fronte al ruolo che in questa giornata la sorte mi riserva. Nel mese di ottobre, mese in cui ci fu la Marcia su Roma, tocca proprio a me. Il valore simbolico di questa circostanza casuale, si amplifica nella mia mente perché ai miei tempi la scuola iniziava in ottobre ed è impossibile per me non provare una specie di vertigine, ricordando quella stessa bambina che nel 1938, in un giorno come questo, fu costretta dalle leggi razziali a lasciare vuoto il suo banco della sua scuola elementare. Quella stessa bambina si trova oggi addirittura sul banco più prestigioso del Senato”.
Ha poi aggiunto: “Il Senato è un’istituzione profondamente rinnovata, non solo nelle persone, non solo perché hanno votato anche i giovani, ma soprattutto perché gli eletti sono ridotti a 200. Il Paese ci guarda, grandi sono le nostre responsabilità ma al tempo stesso le opportunità di dare l’esempio. Non solo fare il nostro semplice dovere, servendo le istituzioni e non i nostri interessi. Lasciare fuori la politica urlata che tanto ha contribuito ad accrescere la disaffezione dal voto. Bisogna interpretare una politica alta e nobile che dia prova di rispetto per gli avversari. Siate sinceramente all’ascolto, esprimendovi con mitezza”.
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