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Elettra Lamborghini: “Se si vieta ai figli di usare lo smartphone poi vanno a scuola e si sentono emarginati”

La cantante Elettra Lamborghini, 30 anni, ospite del podcast di Diletta Leotta “Mamma Dilettante“, ha parlato di educazione delle giovani generazioni, di valori e di nuove tecnologie, accennando anche alla scuola. Ecco le sue parole, che probabilmente attireranno varie critiche.

“Le giovani generazioni sono troppo veloci”

“Ho tanti valori, che nella vita sono tutto, però a volte ciò diventa un limite, e mi sento vecchia. Stiamo andando talmente veloci, soprattutto le giovani generazioni”, ha esordito.

“Dal punto di vista dei figli ho delle idee che sono sane ma nel mondo di oggi non so se potrebbero esserlo. Ad esempio, l’uso del cellulare o della televisione. Se si vieta è bello, ma poi i bambini vanno a scuola e si sentono emarginati perché magari li bullizzano”, ha aggiunto.

Insomma, si tratta di un tema scottante: è giusto regolamentare l’uso dei cellulari nei più giovani, ma si deve anche pensare, inevitabilmente, alle conseguenze di un eventuale isolamento con i coetanei.

Stop ai cellulari a scuola, la circolare di Valditara del 2022

Valditara, nel dicembre del 2022, poche settimane dopo essere stato nominato ministro, ha inviato una circolare alle scuole con le indicazioni da rispettare sull’uso dei telefoni cellulari e di analoghi dispositivi elettronici nelle classi.

Dal documento si legge che è confermato il divieto di utilizzare il cellulare durante le lezioni, trattandosi di un elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti, come già stabilito dallo Statuto delle studentesse e degli studenti del 1998 e dalla circolare ministeriale n. 30 del 2007.

Inoltre, sempre secondo la circolare, l’utilizzo dei cellulari e di altri dispositivi elettronici può essere ovviamente consentito, su autorizzazione del docente, e in conformità con i regolamenti di istituto, per finalità didattiche, inclusive e formative, anche nell’ambito degli obiettivi del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) e della “cittadinanza digitale”.

Il ministro, in quell’occasione, aveva dichiarato: “L’interesse delle studentesse e degli studenti, che noi dobbiamo tutelare, è stare in classe per imparare. Distrarsi con i cellulari non permette di seguire le lezioni in modo proficuo ed è inoltre una mancanza di rispetto verso la figura del docente, a cui è prioritario restituire autorevolezza. L’interesse comune che intendo perseguire è quello per una scuola seria, che rimetta al centro l’apprendimento e l’impegno. Una recente indagine conoscitiva della VII commissione del Senato ha anche evidenziato gli effetti dannosi che l’uso senza criterio dei dispositivi elettronici può avere su concentrazione, memoria, spirito critico dei ragazzi”.

Laura Bombaci

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