Elezione diretta del preside. Il dibattito su Fb e il nostro sondaggio

 

Pur essendo, questa del preside elettivo, una antica rivendicazione della Gilda, la proposta, nonostante sia stata presentata in Palamento dall’Italia dei Valori, è caduta nelle sabbie mobili della politica italiana che preferisce spendere soldi, molti, per concorsi, dall’esito quasi sempre affidato alle decisioni della magistratura, e per mettere in moto meccanismi lunghi, complessi, conflittuali.

Ma tant’è e bisogna pure prendere atto che in Italia la politica è discussione senza riposo per rendere difficile il facile attraverso l’inutile. Ma lo sappiamo. Ora però sappiamo pure, attraverso i comenti dei nostri lettori su Facebook, relativamente al nostro sondaggio sull’elezione diretta del preside, che l’idea solletica molti docenti e no, benché aspetteremo fino alla fine, fra qualche settimana, i numeri complessivi.

In ogni caso, per molti insegnanti avere un preside a tempo, come succede coi sindaci e il rettore dell’università,  sarebbe utile per tagliarla con “presidi che badano solo alle loro antipatie e simpatie e credono che la scuola sia il proprio regno”, ma pure con “dirigenti poco preparati e presi di sé”. Un sistema sicuramente “più equo degli attuali concorsi”, tendo pure conto che per tanti capi d’istituto l’obiettivo è fare della scuola una “azienda” da gestire a comodo.

Singolare quanto scrive una professoressa: “Un dirigente incapace non verrebbe  riconfermato… e assicuro che di dirigenti incapaci che continuano a fare disastri ce ne sono vari… oggi chi valuta il dirigente… i dirigenti sostengono che non possono scegliersi gli insegnanti e quindi non hanno poteri di intervento… così non è… un bravo dirigente ha a disposizione molti strumenti che non applica per sanzionare i docenti incapaci… un docente come può tutelarsi invece da un organizzatore pessimo?”

E ancora: “Ma se un dirigente può decidere sul “valore” di un docente, perché non può farlo un docente nei confronti di un Dirigente: entrambi sono o sono stati valutatori di alunni, quindi ne hanno le competenze”, benchè forse, scrive un’altra, “sarebbe il caso di ripristinare i vecchi presidi”, abolendo del tutto la dirigenza.

Un preside dunque a “tempo determinato”, quattro-cinque anni,  dai voti dei colleghi, per il quale, ed è bene ribadirlo, scrivono altri insegnanti, le pretese competenze amministrative non potrebbero essere inferiori a quelle di un sindaco che ha a che fare con mille altre e più pesante incombenze, visto che deve gestire un comune e visto pure che non tutti hanno una laurea, come invece la possiede il possibile preside eletto dalla scuola.

Importante da sottolineare quanto scrive un prof: in questo modo, eleggendosi ogni scuola il proprio preside,  si smetterebbe “con gli accorpamenti per risparmiare sui costi della dirigenza, ritornando a dimensioni scolastiche più ragionevoli e umani”.

In pratica molte scuole, soprattutto dei piccoli paesi, che si sono visti togliere la dirigenza, ritornerebbero ad avere l’effettiva autonomia, incidendo di nuovo nel territorio, mentre si “darebbe più dinamismo all’assetto dirigenziale e nel contempo si andrebbe a valorizzare “l’autentico” merito. Inoltre si metterebbe fine ad un sistema di  reclutamento dei Ds dispendioso, farraginoso, iniquo”.

“E’ un’ottima soluzione, ci sarebbe una turnazione, non ci si dimentica di essere prima di tutto docenti e si è più coinvolti dai problemi della scuola…si evita così di diventare dirigenti attirati solo dai soldi della carica ricoperta e creare quel fossato che ormai divide docenti e studenti da una parte e dirigenti e loro superiori dall’altra, senza possibilità di dialogo con chi, spesso e volentieri non è capace e risulta essere espressione politica unilaterale invece che democratica e condivisa”

“Come gli alunni ti sanno dire qual è il migliore dei prof. Così i docenti sapranno dire qual è il migliore dei dirigenti”.

Poche le voci dissenzienti, soprattutto per paura che si potrebbero avere presidi con poche competenze (ma i sindaci le hanno?) o che la scuola si possa trasformare in campo di battaglia politica: obiezioni a cui altri colleghi rispondono, affermando che in ogni caso è sempre meglio eletto, “piuttosto che avere un preside tiranno, impreparato o neghittoso a vita”. Ma poi: sono così sprovveduti i docenti italiani che non sanno scegliere chi merita e chi no? Questo lo suggerisce un prof che però aggiunge: forse un sondaggio come questo ha valore “terapeutico di sfogo”, perché difficilmente si ascolterà il parere dei docenti: “magari avere tanta democrazia”.

 

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Pasquale Almirante

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