A 2 settimane dal voto, si leggono con più attenzione i programmi politici dei candidati e balza all’occhio un’assenza pesante che riguarda il mondo della scuola. Stiamo parlando di disabilità e inclusione scolastica, tema direttamente connesso al sostegno e alla formazione del personale, ricordando un anello debole che invece dovrebbe essere centrale nel sistema di istruzione italiano.
A stigmatizzare l’assenza di temi riguardanti la disabilità e l’inclusione scolastica, è il MiSoS, movimento docenti specializzati sul sostegno, che analizza la situazione da molteplici punti di vista: dal diritto degli alunni ai problemi di personale specializzato. Alla fine, si riscontra anche in questa tornata elettorale, uno sguardo distolto verso chi avrebbe maggiori necessità.
E i numeri su alunni e disabilità, in realtà, dovrebbero suggerire il contrario: infatti, gli ultimi dati forniti dal Ministero fissa a 234.658 il numero degli alunni con disabilità iscritti nel 2017 per ogni ordine e grado, in aumento rispetto al 2016, che invece ne contava 224.509.
Per comprendere maggiormente tale crescita di alunni con disabilità, bisogna ricordare che dal 2007/2008 al 2015/2016 il numero di alunni disabili nella scuola italiana ha registrato un incremento del 24%, passando da 174.404 del 2007/2008 a 217.563 del 2015/2016 (Focus Miur, settembre 2015).
Per garantire inclusione e continuità didattica agli alunni con disabilità, è necessario stabilizzare il personale precario e abbattere la supplentite: “la stabilizzazione degli insegnanti di sostegno specializzati passa necessariamente dal vincolo della trasformazione delle cattedre in deroga“, afferma Ernesto Ciracì, presidente dell’associazione MiSoS. Ovvero, stiamo parlando di “oltre 40.000 posti in organico di diritto indispensabili per poter garantire la continuità didattica con gli specializzati precari di sostegno attualmente nelle GaE e nelle seconde fasce d’istituto, molti dei quali vincitori non assunti e idonei dell’ultimo concorso”, conclude Ciraci.
D’altronde, in seguito anche all’esiguo numero di pensionamenti sui posti di sostengo (circa 900 di tutti gli ordini e grado), il fabbisogno di personale stabilizzato risulta fondamentale. Per questo è indispensabile trasformare le cattedre in organico di diritto, superando anche il limite sui posti vacanti e disponibili.
MiSoS ricorda anche, in chiave futura, che costruire un organico di personale specializzato in base al reale fabbisogno, è fondamentale per garantire i giusti servizi di inclusione e di continuità didattica. Fabbisogno che deve essere considerato realmente anche per i prossimi corsi attivati con il FIT e non commettere più gli errori del passato, come ad esempio la vicenda del III ciclo di TFA sostegno, che ha visto posti irrisori al Nord, dove esiste una vera emergenza di docenti di sostegno, e un numero molto alto al Sud, dove generalmente non esiste questa emergenza.
Anche sul fronte servizi le forze politiche devono fare molto, ovvero è indispensabile prevedere un congruo stanziamento di risorse per gli assistenti educativi ed alla comunicazione, nonché per il trasporto scolastico. Inoltre, sarebbe auspicabile, secondo il MiSoS, una più equa ripartizione di fondi fra le varie regioni.
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