L’indagine di Skuola.net e l’istituto di ricerca SWG sulle intenzioni di voto dei giovani under 25 non mostra dei risultati incoraggianti, anzi: solo 1 ragazzo su 2, già maggiorenne, si dice sicuro di andare a votare, risultato che, se si guarda all’intero campione che comprende anche ai minori (a loro è stato chiesto cosa farebbero se avessero la possibilità di votare), il numero degli astenuti sale e in modo preoccupante: complessivamente, infatti, solo il 44% del campione mostra un’alta propensione al voto (praticamente la certezza di andare). Per capire lo scollamento all’interno della società basta evidenziare come, tra gli adulti, il dato salga al 65%.
I dati della ricerca parlano abbastanza chiaramente: tra i potenziali astenuti, il 36% afferma di non essere interessato alla politica, dato che arriva tra i maggiorenni al 42%, mentre il 28% ammette di non essersi informato abbastanza. Ma i giovani sembrano proprio non fidarsi dei partiti, almeno per il 21% del campione e tra l’altro, 1 su 3 considera la divisone tra ‘destra e sinistra’ un concetto superato. Invece, il 15% è indeciso perché sta tenendo in considerazione più di una scelta.
Ma è proprio la distanza fra giovani e politica il tasto dolente, distanza che la ricerca evidenzia molto chiaramente, con gli schieramenti politici che non comprendono quali possano essere le priorità per i giovani.
Infatti, su una scala da 1 a 10, il valore che gli under 25 danno al livello di ‘vicinanza’ dei partiti ai loro problemi si ferma a 3 (quasi nullo). Ma quali sono queste priorità di cui non si parla abbastanza? Per il 38% degli intervistati, le prospettive sul futuro delle nuove generazioni, il 37% la disoccupazione, il 35% l’immigrazione, il 33% le questioni legate alla scuola. A seguire temi come la criminalità, l’ambiente, la sanità, economia, tasse, pensioni e terrorismo.
In realtà, come possiamo immaginare, i temi che a parere degli intervistati mancherebbero esistono già nel dibattito pubblico. Osservazione che fa riflettere sulla non corretta informazione fruita dai giovani o per pigrizia o per netto disinteresse. E anche la scuola fa la sua parte negativa: Infatti, il 62% non ha mai parlato delle prossime elezioni né con i compagni di classe né con i professori.
Non può essere presa come una verità assoluta quest’ultima parte (il campione complessivo di intervistati è composto da circa 2milioni di ragazzi), ma senza dubbio la scarsa presenza della scuola nel coinvolgimento dei giovani verso la politica è una nota dolente a cui bisogna porre rimedio.
Per quella fetta di ragazzi intenzionati a votare, non c’è alcun dubbio: a governare il paese deve essere il Movimento Cinque Stelle. Circa 1 su 3 dei maggiorenni ha espresso, infatti, preferenza per i ‘pentastellati’. Segue a stretto giro – con poco più del 32% delle scelte dei potenziali elettori – la coalizione di centrodestra, dove la Lega (16%) fa la parte del leone. In coda il PD con il 27% circa di simpatizzanti, tra chi ha raggiunto la maggiore età.
Buone idee e determinazione nel metterle in atto sono i caratteri fondamentali dell’esponente politico di successo per i giovani intervistati, almeno per il 36% (il 31% tra i maggiorenni). Anche l’anagrafe, però, è importante: per il 23% il candidato votabile deve essere giovane, con voglia di innovare senza comunque trascurare l’esperienza di governo. Il 17%, invece, punta soprattutto sulla correttezza con cui ha svolto in passato il suo lavoro.
L’indagine ha riguardato anche il gradimento dei giovani verso i candidati e leader di partito alle elezioni politiche 2018: per 24% dei giovani intervistati il leader più simpatico è il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, incalzato dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi (22%). Ma il politico più convincente per i giovani sembra essere il leader della Lega Nord Matteo Salvini che spicca sugli altri per competenza (prima scelta per il 24% del campione), per serietà e credibilità (23%), per vicinanza ai propri interessi (23%) e per affidabilità (21%).
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