Politica scolastica

Elezioni 2018, le modalità di voto e quelle di scrutinio. Tutte le info [VIDEO]

Domenica 4 marzo si vota per le elezioni politiche, valide per il rinnovo della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.

Complessivamente i cittadini italiani aventi diritto al voto sono: 51,2 milioni (dato aggiornato al 30 giugno 2017), di cui circa 24,8 milioni maschi e 26,4 milioni femmine.

Sul totale degli aventi diritto al voto, 4,2 milioni sono gli elettori stimati, residenti all’estero.

I giovani alla prima espressione di voto sono stimati oltre 500 mila.

Si vota dalle 7 di mattina alle 23.

Cosa prevede il Rosatellum

La nuova legge prevede un sistema misto: eleggeremo i nostri parlamentari sia in collegi uninominali maggioritari sia con liste proporzionali.

Nel dettaglio, alla Camera, 232 seggi saranno ripartiti tramite collegi uninominali (un collegio equivale a un seggio, in ogni collegio vince il candidato chi prende più voti), mentre 386 seggi saranno suddivisi proporzionalmente fra i candidati della lista (o coalizione di liste) al plurinominale, che avranno ottenuto più voti, in ordine dal primo all’ultimo. I restanti 12 seggi appartengono alla circoscrizione estera.

Al Senato, 101 seggi saranno scelti con sistema maggioritario, 193 con proporzionale. Sei i seggi della circoscrizione estero, uno per la Valle D’Aosta, sei per il Trentino. La soglia di sbarramento per entrare in Parlamento è al 3% che sale al 10% per le coalizioni. Sono consentite fino a un massimo di 5 nei listini proporzionali. Un candidato del collegio uninominale può anche candidarsi, sempre per un massimo di 5, nel proporzionale.

Come si può votare

In totale avremo due schede: una per la Camera e una (ma solo se si hanno almeno 25 anni) per il Senato.

I modelli delle due schede sono identici. Le schede recano il nome del candidato nel collegio uninominale e, per il collegio plurinominale il contrassegno di ciascuna lista o coalizione di liste ad esso collegate. I contrassegni delle liste hanno riportati a fianco i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale.

Come andare a votare

Per esprimere le proprie preferenze è necessario presentarsi ai seggi con un documento d’identità, munito di fotografia, rilasciato dalla pubblica amministrazione e con la tessera elettorale. La tessera è gratuita e non ha scadenza: può essere utilizzata finché non vengano esauriti i 18 spazi disponibili e deve essere usata in occasione di ogni elezione o referendum. I giovani iscritti che raggiungeranno la maggiore età (18° anno) entro il giorno fissato per le elezioni riceveranno a domicilio la tessera elettorale.

Le novità

La scheda elettorale presenta l’assoluta novità di un TAGLIANDO ANTIFRODE, per rafforzare la regolarità del voto ed evitare tentativi di manipolazioni o, peggio, condizionamenti del voto da parte esterna.

L’obiettivo è quindi disinnescare uno dei brogli elettorali più utilizzati: consegnare all’elettore una scheda regolarmente timbrata e già votata che dovrà essere inserita nell’urna al posto di quella regolare da restituire intonsa all’esterno. A questo punto il gioco (sporco) ricomincia.

Il bollino ha il compito di rendere la scheda consegnata dal presidente al signor Mario Rossi unica e identificabile, ovviamente senza rendere in alcun modo riconoscibile il voto espresso dal medesimo signor Rossi.

Il giorno prima del voto nei seggi gli scrutatori attaccano nel’’apposito spazio bianco sul fronte di tutte le schede un bollino adesivo con un codice alfa-numerico seriale.

Quando l’elettore riceve la scheda, il codice viene annotato sulla lista della sezione. All’uscita dalla cabina elettorale, la scheda va consegnata al presidente del seggio che provvede a piegare e strappare con cura il lembo tratteggiato dove è contenuto il bollino.

La scheda torna così anonima, ma si ha la certezza che è quella effettivamente consegnata all’elettore.

Una volta nel seggio, dovrete consegnare tessera e documento e dovrete firmare un registro. A quel punto vi saranno consegnate una matita copiativa e una scheda per ogni voto: una per la Camera, una per il Senato.

Come barrare la scheda

È vietato il voto disgiunto, dunque non potrete votare per un partito al proporzionale (plurinominale) e per un candidato di un altro schieramento all’uninominale. Se volete dare un voto a un partito in particolare fate una croce sul partito scelto, a quel punto è superfluo fare una croce anche sul candidato uninominale collegato. Se volete dare un voto a tutta la coalizione ma senza fare una scelta precisa, potete fare una croce solo sul candidato uninominale dello schieramento preferito. Il voto andrà al candidato per la parte maggioritaria, mentre per la parte proporzionale il vostro voto sarà ‘ripartito’ ai diversi partiti in base alle percentuali nazionali. Per chi ha le idee chiare su un partito, dunque, è consigliabile fare una sola croce sul simbolo scelto.

Istruzioni generali per lo scrutinio

Per lo scrutinio, riporta una parte dell’articolo scritto da Peppino Calderisi su Il Foglio

In che modo saranno comunicati i risultati elettorali da parte del Viminale la notte tra il 4 e il 5 marzo? Considerata la relativa complessità del sistema elettorale (un sistema misto per il 63 per cento proporzionale e il 37 per cento uninominale maggioritario), la domanda non è affatto banale, perché i dati dei candidati uninominali, a seconda che siano collegati ad una sola lista oppure a più liste, saranno trattati diversamente, in base alle norme di legge.

Infatti, i voti espressi apponendo un solo segno sul nome del candidato uninominale collegato ad una sola lista potranno essere attribuiti subito dalla sezione elettorale alla lista stessa, mentre nel caso di collegamento con più liste il riparto di tali voti tra di esse, in proporzione ai voti ottenuti nel collegio uninominale non potrà essere effettuato direttamente dalla sezione elettorale, ma sarà possibile solo dopo aver conosciuto i dati di tutte le sezioni elettorali del collegio (e sarà effettuato in via ufficiosa dal Viminale e in via ufficiale dagli uffici elettorali presso le Corti d’Appello).

Cosa accadrà allora? Assisteremo inizialmente alla comunicazione di dati non omogenei che pertanto sovrastimeranno i dati delle liste singole, ad esempio M5S e Leu, rispetto a quelli delle liste coalizzate del centrodestra e centrosinistra, come temuto da alcuni commentatori

Non sarà così, i dati comunicati saranno invece omogenei grazie all’eccellente lavoro svolto dal ministero dell’Interno che ha predisposto tabelle di scrutinio e verbali delle operazioni degli uffici elettorali di sezione che rappresentano il massimo della semplicità, chiarezza e trasparenza. Lo schema delle tabelle e dei verbali si può denominare “ABC” e si può riassumere come segue

Nelle tabelle A sono riportati i voti attribuiti ai candidati uninominali (segno apposto solo sul loro nome oppure segno apposto solo sul contrassegno della/di una lista collegata oppure due segni apposti su entrambi). In base alla comunicazione dei dati delle tabelle A sarà pertanto possibile seguire l’andamento dello scrutinio per ciascun collegio uninominale, vedendo chi via via è in testa e chi alla fine vince il collegio. Nelle tabelle B sono riportati invece i voti corrispondenti ai segni apposti solo sui nomi dei candidati uninominali. Nelle tabelle C sono infine riportati i voti corrispondenti ai segni apposti sui contrassegni delle liste. Come si può facilmente dedurre, i voti di cui alla Tabella A devono corrispondere necessariamente alla somma dei voti contenuti nella tabella B più i voti contenuti nella tabella C. Una metodologia di registrazione dei dati che consente immediatamente la loro verifica e quadratura. Si tratta del modo più efficace che si possa immaginare per evitare errori e assicurare la trasparenza dello scrutinio.

In base alla comunicazione dei dati delle tabelle C sarà pertanto possibile seguire l’andamento dello scrutinio per le diverse liste, attraverso il raffronto di dati tra loro omogenei, ancorché parziali. Infatti, questi dati, nella fase iniziale dello scrutinio, non comprenderanno ancora – per tutte le liste, sia quelle singole sia quelle coalizzate – i voti B espressi apponendo un segno solo sui nomi dei candidati uninominali.

Solo quando il Viminale avrà ricevuto i risultati di tutte le sezioni elettorali di un collegio uninominale potrà effettuare il riparto di tali voti tra le liste coalizzate, in proporzione ai voti ottenuti nel collegio stesso.

GLI APPROFONDIMENTI DELLA TECNICA DELLA SCUOLA

Elezioni 2018, la guida: i programmi sulla scuola dei partiti politici confronto

Andrea Carlino

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