Puntuale come sempre il refrain elettorale torna come cembalo squillante ad accompagnare i nostri giorni estivi, senza comunque consolarci dalla calura e dall’arsura di una estate sicuramente da non dimenticare.
Come sempre un faro si accende sul mare degli impegni elettorali che, come sirene, cercano di attirare la nostra attenzione trascinandoci nella illusione che il loro canto genera. Ma noi siamo come Ulisse, legati all’albero maestro per poter ascoltare il loro canto, senza però restare imbrogliati nelle loro trame insidiose.
Noi siamo abituati a questo canto, al suo suono, alla sua capacità seduttiva, e la saggezza del tempo e dell’esperienza ci aiuta a non seguire le voci di queste sirene, e così non perire annegati.
Una voce in particolare si sovrappone alle tante, quella di un partito politico, il PD, che malgrado gli orrori commessi votando la qualunque, non ultimo il D.L 36 del Ministro Bianchi, e l’audace idea di creare una figura il cui sapere e praticità tecnica tocca livelli molto vicini a quella degli scienziati, di cui alcuni di loro Nobel: il docente esperto!. Ma Renzi non ha insegnato nulla a questi signori?
Dio! Siamo oltre la frutta. Sia sul piano della fantasia, sia sul piano dell’offesa nei confronti di tutte quelle intelligenze ricche di cultura conoscenza sapere che negli anni hanno maturato l’esercizio del fare e del comunicare, soprattutto nell’incontrare sul piano dell’umano in una interazione che molto lontana o forse assente credo sia per questa nuova possibile figura scolastica alla quale per altro verrà riconosciuto un mensile di circa cinquemila euro.
Intelligenze che meritano rispetto e il dovuto obbligato riconoscimento economico. Intelligenze che hanno consentito alla scuola della pandemia a tenere retta la barca, malgrado le tante avversità del brutto periodo, che con la DAD ha semplicemente e umilmente cercato di non silenziare la trasmissione del sapere e soprattutto non interrompere quel bellissimo filo dell’incontro con i ragazzi, perché non avvertissero il senso dell’ abbandono, quell’ancora più soli, nel vuoto di possibili assenze di figure e di riferimenti che, diversamente, si sono rilevate quali paure grazie invece alla puntale presenza di una Scuola sempre in prima linea, sempre in trincea, anche se virtuale, ma le cui voci, non sono canto di sirene, ma fonia di umanità attenta, e mi si permetta materna e paterna come lo è da sempre quella del docente. E solo a tal guisa meritiamo tutti, senza distinzione, il dovuto riconoscimento umano, sociale, economico. Checché ne dica il giornalista Davide Giacalone, nel corso della sua rassegna stampa a RTL102.5 all’interno della puntata dell’11 agosto, del programma Non Stop News.
Una domanda nasce spontanea: non hanno soldi da mettere sul piatto delle trattative in merito al contratto scuola scaduto e in merito a quello che si prospetta per i bienni in corso e a venire. Ma i soldi, e non pochi, quale riconoscimento del lavoro del presunto saccente docente unitamente alla Scuola di Alta Formazione sono trovati e spessi senza orma di dubbio. Sono soldoni che andranno agli “amici degli amici”, come sempre. E quindi un atto dovuto da parte del ministro (finalmente fuori dalle scatole), e di un Politica che sull’ “amicizia” ha sempre fondato la sua filosofia.
E noi? Finalmente almeno attraverso i social e a qualunque strumento possibile ci ritroviamo tutti assieme a denunciare il nostro totale dissenso: peccato che il Governo abbia proceduto indifferente votando e avallando tale proposta del docente esperto. Si spera nel nuovo Governo. Magari in altre nuove e differenti forze politiche affinché tutto l’impianto del D.L.36 e l’annesso “esperto” siano annullati da una visione più reale perché attenta e davvero vicina al feriale della Scuola.
Ma in attesa che questa speranza abbia compimento, continuiamo a restare uniti, combattivi e combattenti, senza delegare alcuno (che peraltro decide sempre diversamente al nostro comune scegliere: contratto ponte docet) affinché le nostre intelligenze siano riconosciute nella loro dignità e nell’atto pratico del riscontro in danaro, e non per una questione di taccagneria.
Potestas in Populo. E noi siamo un popolo. Il Popolo. Siamo la grande forza su cui da sempre si costruisce il futuro della società, di un Paese. Dell’UOMO.
Mario Santoro