Le elezioni del prossimo 25 settembre sicuramente rimarranno nella storia per il piede che ha preso la propaganda politica: attacchi su twitter tra i vari esponenti dei partiti, video su Tiktok, grafiche con slogan abbastanza discutibili.
Per la prima volta, la scuola è entrata nei programmi elettorali ottenendo qualche paragrafo di considerazione sulla questione, comune a tutte le fazioni, dell’aumento degli stipendi dei docenti. Ma, una categoria ne rimane fuori: quella dei giovani.
Da un sondaggio condotto da skuola.net, effettuato su un campione di 1.568 ragazze e ragazzi tra i 18 e 25 anni. è emerso che oltre 9 su 10, ragionando in generale, “bocciano” sonoramente i politici che animano questa fase storica del Paese: il 58% non salva proprio niente e nessuno, esprimendo un’opinione “per niente positiva”, il 36% si limita a un giudizio “poco positivo”. Appena il 6%, al contrario, li salva parzialmente (3%) o addirittura li promuove a pieni voti (3%).
Quasi tutti pensano che nessuno, all’interno delle istituzioni, abbia veramente a cuore i problemi delle nuove generazioni: per il 54% si parla troppo poco di loro, il 38% ha la sensazione che non se ne parli per niente. Appena l’8% intravede una qualche considerazione. E, per questo, il 93% si dice pessimista per il prossimo futuro. Allo stesso modo, però, in tantissimi sono convinti che con il proprio voto possono contribuire, almeno in parte, a invertire la tendenza: così per circa 7 su 10, più o meno quelli che – quantomeno nelle intenzioni – si presenteranno al seggio.
Questo perché, a dispetto di quel che spesso si è portati a pensare, la GenZ è tutt’altro che distante dalla “cosa pubblica”. La maggior parte degli intervistati, ad esempio, dice che si interessa quotidianamente alle vicende politiche (25%). A cui si aggiunge un 42% che lo fa di frequente, anche se non ogni giorno. Solamente un terzo (33%) è tendenzialmente, se non del tutto, disinformato. Non solo: un’ampia fetta di ragazzi (35%) sostiene di avere un buon livello di “attivismo”. I canali di informazione preferiti? Trattandosi di nativi digitali non potevano che essere i social network (tra le fonti privilegiate per il 63%), resiste la televisione tradizionale (53%), molto consultati anche quotidiani online e siti web d’informazione (41%).
Tra le varie tematiche che preoccupano i giovani del nostro Paese, in cima alla lista ci sono le prospettive per i giovani (49%), la questione ambientale (40%), i diritti civili (34%). Mentre, dovendo fare una scelta, i temi considerati meno urgenti da approfondire sono le pensioni (3%), la sicurezza (5%), l’immigrazione (8%). Nel mezzo c’è tutto il resto, dal carico fiscale alla burocrazia, passando per la qualità della scuola e della sanità.
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