Sindacati e partiti politici a confronto sui temi dell’istruzione e della formazione in una tavola rotonda che si tiene a Roma giovedì 8 settembre, dalle ore 10 alle ore 13, presso la sala convegni “Roma Eventi” (via Alibert, 5/a).
Presenti in rappresentanza delle forze politiche l’on. Valentina Aprea (Forza Italia), le on. Carmela Bucalo e Paola Frassinetti (Fratelli d’Italia), l’on. Eleonora Forenza (Rifondazione Comunista), l’on. Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana), le on. Manuela Ghizzoni e Irene Manzi (PD), Enzo Maraio (PSI), l’on. Rossano Sasso (Lega – Salvini), la sen. Daniela Sbrollini (Italia Viva), l’on. Manuel Tuzi (M5S), Massimo Arcangeli (Unione popolare – de Magistris).
Ecco i vari interventi dei sindacati presenti all’evento.
Così Francesco Sinopoli, segretario generale della FLC CGIL: “Avevamo già detto alla Ministra Azzolina e poi a Bianchi di mettere in cattedra in modo semplice un numero elevato di insegnanti. Bisognava stabilizzare i precari investendo sulla loro formazione. Ma hanno fatto il contrario. Se l’anno scolastico parte male è colpa di scelte sbagliate. Come minimo bisognerebbe scorrere le graduatorie anziché fare nuovi concorsi. La formazione deve essere per tutti, non selettiva per costruire competizione. Sì a percorsi abilitanti e ragionare sulla stabilizzazione dei precari”.
Così Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola: “A volte mi sembra di ascoltare politici che non conoscono come siano andate le cose a scuola. Le cose che avete criticato sono state partorite da Governi in cui eravate tutti presenti. Nessuno dei politici ha ringraziato i docenti, che hanno lavorato con dedizione nonostante le disgrazie della scuola e continuano a farlo, con stipendi che fanno ridere. La scuola è la realtà di tutti i giorni, le strutture sono fatiscenti. Dobbiamo conoscere la scuola, vedere come funzionano le cose in Italia e poi ragionare sulla scuola”.
“Bianchi ci ha detto di rinnovare il contratto scuola ma ciò non è stato fatto. Indipendentemente dalla media europea il personale italiano si merita stipendi adeguati”.
Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti – Federazione Gilda-Unams: “Sarebbero bastati poche centinaia di milioni per rendere decoroso il rinnovo del contatto docenti. Mi piacerebbe cominciare a vedere la politica meno ideologica e più pratica. Prima di pensare all’obbligo della scuola dell’infanzia, pensiamo se ci sono davvero queste scuole. Vorremmo una scuola con meno burocrazia e con più energie da spendere per gli alunni. Eliminare gli adempimenti inutili”.
“Dalla politica mi aspetto molto di più. Ci siamo detti che ne saremmo usciti migliori, che sarebbe andato tutto bene, non è così- spiega Ivana Barbacci della Cisl Scuola – La scuola è il perno sociale di questo paese, o decidete di prendervene carico o il Paese fallisce. C’è un’emergenza educativa, c’è la responsabilità dei nostri ragazzi e di chi li educa. Abbiamo vissuto le stagioni delle risorse che mancavano, dei precari, del disvalore della scuola. Oggi si va a scuola con la paura di essere presi a schiaffi. Non guardate indietro perché ciascuno di voi ha una colpa, guardate avanti. Dopo il 25 settembre vi chiederemo conto di quanto avete scritto. L’impegno che va assunto oggi è sulle retribuzioni”.
Così Elvira Serafini, segretaria generale Snals Confsal: “Ho la sensazione che dal 25 le cose andavano meravigliosamente bene, la scuola avrà una trasformazione totale. Mancano soltanto pochissimi giorni e il problema scuola, università e ricerca sarà risolto. Tutti ci hanno confermato che dal 26 i nostri problemi saranno risolti, il precariato, gli stipendi. Firmeremo un contratto da favola. So che dovete fare i conti e i conti sono drammatici. Le vostre promesse, i vostri programmi, però stiamo coi piedi per terra. Abbiamo firmato con presidenti del governo, tutto è stato vano, le vostre promesse non le abbiamo potute mantenere e la realtà è drammatica. Dove andrete a prendere le risorse ancora non l’ho capito. Ci hanno tolto l’organico Covid, abbiamo le segreterie inchiodate, le scuole senza i dirigenti, il precariato, i concorsi. Ascoltate la parte sociale”.
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