Nella pagina facebook dell’ex Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti è stato pubblicato, proprio dall’ex deputato del M5S, un interessante post altamente condivisibile e dal valore etico indiscutibile.
Per comprendere il senso etico del post odierno dell’ex Ministro Lorenzo Fioramonti è necessario fare un passo indietro e spiegare il motivo delle sue dimissioni da Ministro dell’Istruzione nel dicembre 2019.
“Credo che sia la prima volta nella storia del nostro Paese che un Ministro della Repubblica venga criticato perché ha fatto ciò che aveva annunciato. Non da giorni, ma da mesi”. Così scriveva Fioramonti su Facebook il 27 dicembre 2019 subito dopo l’approvazione della legge di bilancio 2020.
Il suo post continuava specificando: “Infatti, le mie prime interviste sull’impegno a trovare almeno 1 miliardo per la ricerca pena le dimissioni le feci a giugno di quest’anno, su Il Fatto Quotidiano e poi su La Verità, quando ero ancora Viceministro del governo Conte 1.Io sono così: se una cosa la dico, poi la faccio. Per questo ho lottato senza sosta, anche da Ministro, per porre la questione nel Governo anche con riferimento alla scuola.Forse non dovrebbe neanche stupire che mi giungano critiche da partiti i cui leader avevano promesso di abbandonare la politica in caso di sconfitta elettorale, ma sono ancora saldamente al loro posto.Quello che mi stupisce, però, è che tante voci della leadership del M5S mi stiano attaccando in questo momento. E per che cosa? Per aver fatto solo ciò che ho sempre detto. Mi sarei in realtà aspettato il contrario: sarebbero dovuti essere loro a chiedermi di onorare la parola data favorendo le dimissioni, invece di chiedermi di fare quello che i politici italiani hanno sempre fatto: finta di niente”.
In buona sostanza il Ministro Fioramonti si dimise perché il Ministro dell’economia Gualtieri, attuale Sindaco di Roma, non mise in legge di bilancio i soldi necessari per la ricerca e per la scuola. Dimissioni onorevoli e dall’alto valore etico. Bisogna ricordare che il posto di Fioramonti venne immediatamente preso da Lucia Azzolina sua collega in Parlamento e già sottosegretario al Ministero dell’Istruzione.
L’ex Ministro Fioramonti non si ricandida per le elezioni politiche 2022, felicemente torna a fare ricerca nell’Università.
Ecco cosa scrive in un interessante post:
“Questi quattro anni e mezzo di legislatura sono stati un’importante esperienza di vita. Ho conosciuto persone davvero capaci e onestamente impegnate per cambiare il Paese in meglio. Ma ne ho incontrate molte di più che, invece, pensano solo alla propria rielezione, allo stipendio e all’esercizio del potere (questo fantomatico potere) fine a stesso. E sono quasi sempre questi ultimi che guidano i processi politici, sabotando chi invece fa di tutto per onorare il proprio ruolo. Abbiamo davvero bisogno di una generazione di leader diversi, che mettano il bene collettivo davanti al proprio interesse personale, anche perché spesso trascurando il bene collettivo si finisce per minare pure l’interesse personale. Ma non intendo mollare e per questo torno al mio primo amore: la ricerca. Non la ricerca per la ricerca, ma la ricerca per migliorare il mondo e cercare di realizzare ciò che non sono riuscito a fare con la politica. Andrò in Inghilterra, dove l’Università del Surrey ha deciso di fondare un nuovo Istituto sulla Sostenibilità che metta insieme scienze sociali, naturali e tecnologiche, per sviluppare le soluzioni di cui abbiamo bisogno per contrastare le grandi sfide ambientali ed umane del presente e del futuro. Sarò il primo direttore fondatore del nuovo istituto ed avrò il compito non solo di gestire i principali progetti di ricerca, ma anche la collaborazione con le imprese ed il governo inglese, che si appresta ad adottare nuovi obiettivi per la neutralità climatica, in linea con il progetto di Legge sul Clima che ho presentato (primo ed unico) in Parlamento. Continuerò ad impegnarmi anche in Italia, sostenendo giovani ricercatori e ricercatrici e raccogliendo finanziamenti esteri per i vari progetti che ho attivato (come il Tecnopolo per lo Sviluppo Sostenibile di Taranto), ma che la politica ed i governi hanno insabbiato o rallentato in questi anni”.
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