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Elezioni 2022, l’identikit dei votanti: i giovani snobbano FdI e prediligono Conte e i 5Stelle

Le elezioni politiche 2022 si sono tenute ieri, 25 settembre. Come già previsto da numerosi sondaggi e dalle proiezioni, la coalizione di centrodestra ha praticamente stravinto, con il partito guidato da Giorgia Meloni, Fratelli D’Italia in una condizione di predominio assoluto.

Risulta interessante, alla luce di questo risultato, andare a investigare sull’età media di coloro che hanno votato per FdI, analizzando i dati relativi alla Camera forniti da Opinio Italia per Rai nella notte tra ieri e oggi, che ha diviso gli elettori italiani in tre fasce d’età: 18-34 anni, 35-54 anni, e 55+.

Per ogni fascia d’età, Opinio Italia ha costruito una classifica dei vari partiti con le percentuali di voto, dal più scelto al meno scelto. Ciò che emerge è abbastanza interessante. La fascia d’età di giovanissimi, coloro che hanno tra i 18 e i 34 anni, non ha votato in maggioranza il partito della Meloni, che si attesta solo al terzo posto dei più votati con il 15%. Nelle altre due fasce d’età, invece, FdI è il partito in testa alla classifica, arrivando al 27% nella fascia d’età dai 35 ai 54 anni e al 25% tra gli elettori con più di 55 anni.

I più giovani hanno prediletto il Movimento 5Stelle, che ha raggiunto il 20% di preferenze, e il Partito Democratico, al 16%. Risalta anche il dato sul Terzo Polo, più votato dai ragazzi dai 18 ai 34 anni d’età.

L’astensionismo e il voto dei fuorisede

Insomma, pare che la vittoria di Giorgia Meloni sia stata frutto delle scelte dei più grandi. Questi dati, in ogni caso, si devono incrociare con altri fattori. A quanto pare, infatti, la quantità di giovani che hanno votato ieri è di gran lunga minore di quella relativa alle persone più grandi. Tutto è avvenuto, in ogni caso, in una cornice a dir poco agghiacciante: si è arrivati ai minimi storici di affluenza alle urne.

Sono tantissimi i ragazzi e i giovani adulti che non vi si sono recati: “Il forte astensionismo rilevato dai sondaggi come superiore al 50%, contro una media generale del 36%, credo sia stato confermato. Sono disinteressati alla competizione politica perché non trovano offerte dedicate a loro. Anche gli interventi dei leader su Tik Tok seppur divertenti, hanno lasciato il tempo che trovano”, così all’Adnkronos il sondaggista Renato Mannheimer. “Durante la prima Repubblica c’era una maggiore attenzione alla politica da parte dei giovani. Da almeno 10 anni invece si astengono, tra l’altro nel 2018 in modo molto rilevante. Oramai è una tendenza generale di lungo periodo, ma nei giovani questo è un fenomeno molto preoccupante”, ha concluso.

Questo astensionismo, però, è forse da ricercare, almeno in parte, nelle difficoltà che hanno incontrato molti giovani fuorisede che non sono riusciti tornare agilmente nelle proprie città di origine per esprimere la propria preferenza nel proprio seggio di riferimento.

In arrivo un autunno caldo?

A molti giovani, in ogni caso, la vittoria della Meloni non sembra essere andata giù. Lo dimostrano i numerosi commenti sui social che esprimono delusione relativa ai risultati delle elezioni, e le prime proteste effettive contro il futuro Governo di centrodestra, come l’occupazione di oggi, all’indomani del voto, del liceo Manzoni di Milano che sta facendo molto discutere.

Si prefigura così un vero e proprio autunno caldo: l’istituto meneghino potrebbe fungere da esempio per molte altre realtà scolastiche italiane, che potranno protestare per gli stessi motivi.

Laura Bombaci

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