Il programma di Impegno civico, la sigla su cui è confluita anche la ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, candidata con la coalizione democratica (insieme al Pd, +Europa e all’Alleanza Verdi e Sinistra) nei collegi plurinominali in Piemonte e in Sicilia, non chiarisce i temi scuola in relazione al precariato: come si intende riassorbire quella fascia di docenti che da anni opera nella scuola senza abilitazione su materia o specializzazione sul sostegno ma a fronte di una pluriennale esperienza didattica sul campo? Laddove nel documento del gruppo di Luigi Di Maio non se ne fa cenno, immaginiamo che si intenda seguire la linea del Pd che prevede “lo svolgimento di concorsi per titoli ed esami e una prova di esame, nel caso dei precari, che dovrebbe essere costituita da una lezione simulata diretta a valorizzarne l’esperienza maturata in classe”. Ma è un’ipotesi tutta da verificare.
Ciò che invece emerge con chiarezza è la necessità, dichiarata dai fuoriusciti del M5S, di una riforma a due percorsi. Da quanto leggiamo sul documento di Impegno civico, bisognerebbe:
Gli insegnanti non sono tutti uguali, insomma, la politica evidentemente ne prende atto, e dunque progetta percorsi di carriera legati al merito e alle competenze acquisite, che comportino ruoli e compiti diversi per i quali occorrono riconoscimenti economici diversi.
Quanto all’annosa questione del numero di alunni per classe, il gruppo promette di lavorare nella direzione di ridurre l’affollamento delle aule scolastiche, ma come? A prescindere dal calo demografico o contando solo su quello, come nelle intenzioni del ministro Bianchi?
Infine, segnaliamo la posizione favorevole di Impegno civico relativa all’insegnante di educazione motoria alla scuola primaria, idea osteggiata da molti pedagogisti e dallo stesso Cspi, che rimproverano una secondarizzazione della scuola primaria derivante da questo intervento ovvero l’ingresso anche alla primaria di docenti senza competenze pedagogico didattiche ma solo di natura disciplinare.
Eppure il programma, auspicando, in questo caso sì, un’azione volta a ridurre il precariato (dando accesso alla primaria ai laureati in Scienze motorie), segnala la necessità di “rifinanziare l’introduzione dell’insegnante di educazione motoria per la classe quinta della scuola primaria effettuata con la legge di bilancio per il 2022 ed estendere la misura a tutte le altre classi, per raggiungere tutti i bambini, appena accedono alla scuola primaria, aumentando il loro tempo attivo e favorendo, prima possibile, l’apprendimento di stili di vita sani”.
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