Le elezioni del 25 settembre sono sempre più vicine. Anche stavolta, come nel 2018, verrà applicata la legge elettorale cosiddetta “Rosatellum” dal nome del suo relatore Ettore Rosato, che quando fu approvata la legge nel 2017 era deputato del Partito Democratico e oggi è passato a Italia Viva.
Il Rosatellum, come riporta Il Post, prevede un sistema misto, in cui circa un terzo dei seggi di Camera e Senato vengono eletti con un sistema maggioritario, in scontri diretti nei collegi uninominali, e i restanti due terzi con un sistema proporzionale. È un sistema che favorisce la formazione di coalizioni e penalizza i partiti che si presentano da soli.
In ogni caso, nelle elezioni 2022 ci sarà una novità: il numero dei parlamentari nel frattempo è stato ridotto con un referendum. Quindi, i deputati passeranno da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200. Il Rosatellum è stato fin dall’inizio criticato, accusato di determinare situazioni di confusione e difficile governabilità.
Come riporta Il Post, alla Camera ci saranno 147 collegi uninominali (il 37 per cento), in cui ogni partito o coalizione presenterà un solo candidato. In ogni collegio sarà eletto il candidato che prenderà almeno un voto in più degli altri. Altri 245 seggi (il 61 per cento) saranno assegnati secondo un metodo proporzionale, sulla base di liste compilate dai partiti o dalle coalizioni. Le liste sono “bloccate”: significa che l’elettore dovrà sceglierne una senza poter esprimere la preferenza per uno specifico candidato. I restanti 8 seggi saranno assegnati nelle circoscrizioni estere.
L’assegnazione dei 200 seggi del Senato si baserà sullo stesso principio: 74 seggi saranno assegnati in collegi uninominali, 122 con metodo proporzionale e 4 nelle circoscrizioni estere. La differenza è che alla Camera i seggi assegnati con il proporzionale saranno calcolati sulla base dei voti a livello nazionale, mentre al Senato a livello regionale.
In pratica, sulla scheda per la Camera e su quella per il Senato ci saranno tanti riquadri quante sono le forze (coalizioni o partiti da soli) che si presentano in quel collegio, ciascuna con il proprio candidato per l’uninominale. Con la croce sul nome di un candidato si esprime la preferenza per il collegio uninominale, con la croce su un partito tra quelli che lo sostengono – se sono più di uno – si esprime quella per la parte proporzionale. Non è possibile il voto disgiunto: non si può cioè votare per l’uninominale un candidato, e per il proporzionale un partito che non lo sostiene.
Il Rosatellum premia i partiti che si presentano in coalizioni. Favorita sembrerebbe essere così la coalizione di centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia), soprattutto se il Partito Democratico non si alleerà con il Movimento 5 Stelle. Con il Pd potrebbero presentarsi la nuova forza di Luigi Di Maio, Insieme per il futuro, Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda.
Ad essere svantaggiato, probabilmente, sarà il Movimento 5 Stelle, nel caso in cui deciderà di presentarsi da solo alle elezioni.
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