Sta suscitando incertezze la data di ritorno in classe nelle scuole seggio dei 1.349 comuni, dove il 5 giugno sono in programma le elezioni amministrative.
Il dubbio nasce per la mancanza di indicazioni certe sulla data di rientro sui banchi: perché lunedì 6 giugno non si vota, però viene effettuato lo “spoglio” delle schede. Un’operazione che potrebbe terminare, in casi tutt’altro che residui per via delle possibili contestazioni, anche nel pomeriggio. Viene da chiedersi, quindi, se poche ore, in orario quasi serale, bastino per riordinare le classi e soprattutto peri igienizzarle, in vista del rientro in classe degli alunni.
Probabilmente sì. Ma la certezza ancora non si ha. Solo che mentre la maggior parte dei dirigenti attendono indicazioni dai prefetti, alcuni presidi da qualche giorno hanno prodotto delle circolari interne alle scuole, nelle quali si è deciso che le lezioni termineranno alle 14,30 di venerdì 3 giugno (laddove non è stato attuto il “ponte” del 2 giugno), per riprendere martedì 7. E poi terminare definitivamente, nella maggior parte dei casi, il giorno successivo.
Ma si tratterebbe di una decisione presa in piena autonomia scolastica. E non di certo dettata da indicazioni dei comuni, né tantomeno prefettizie. E nemmeno dell’amministrazione scolastica, a qualsiasi livello.
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Ad alimentare dubbi, a dire il vero, sono stati anche gli organi di informazione. Dopo aver confermato che “il ministero dell’Istruzione in questo caso non ha ruolo, perché è il Viminale a gestire le operazioni di voto e a fornire le indicazioni agli uffici elettorali comunali”, il Corriere della Sera ha scritto che “l’ufficio elettorale del Comune di Milano ha inviato ai presidi per organizzare i seggi elettorali chiede di rendere disponibili gli istituti «dal pomeriggio di venerdì 3 giugno e sino all’intera giornata di lunedì 6 giugno», ma si dovrà poi valutare «l’ulteriore disponibilità dei locali scolastici nella giornata di martedì 7 giugno, anche in considerazione dell’eventuale concomitante svolgimento di elezioni circoscrizionali, con conseguente prosecuzione delle operazioni di scrutinio»”.
Perché “il 7 ci sarà quindi il riordino e lo smantellamento delle aule, che dovrebbero essere riconsegnate entro le 15 da parte del personale comunale: ma è evidente che qualsiasi dirigente dotato di buon senso non si sognerebbe di chiedere agli studenti di partecipare alle attività didattiche dalle 15 alle 16.20, né tantomeno di avvisare all’ultimo momento famiglie e studenti sull’eventuale apertura: quindi anche il 7 è da considerarsi un giorno a tutti gli effetti di chiusura. Oppure no? In realtà molti presidi si stanno organizzando perché il 7 sia un giorno di entrata regolare a scuola: alcuni anticipando la pulizia, altri organizzando attività alternative”.
Il dubbio rimane, quindi. E il 7 giugno si avvicina.
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