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Elezioni europee, la proposta: utilizzare solo le palestre invece delle aule scolastiche

Il 26 maggio si voterà in tutta Italia per il rinnovo del Parlamento Europeo. Sempre nella stessa data è stata fissata anche la data del turno ordinario annuale di elezioni amministrative (comunali e circoscrizionali) nelle regioni a statuto ordinario.

Chiusura delle scuole

Le operazioni di voto si svolgeranno domenica 26 maggio dalle 7 alle 23. Le operazioni di scrutinio per quanto riguarda le elezioni europee e le elezioni suppletive della Camera cominceranno subito dopo la chiusura dei seggi, ovvero a partire dalle 23 di domenica 26 maggio, mentre gli scrutini per le elezioni regionali e le amministrative cominceranno dalle ore 14 di lunedì 27 maggio.

Salvo diverse intese in sede locale, tutte le scuole saranno messe a disposizione a partire dal pomeriggio di venerdì 24 maggio fino all’intera giornata di lunedì 27 maggio, con i comuni interessati alle elezioni regionali e amministrative che le vedranno chiuse fino all’intera giornata di martedì 28 maggio.

Saranno 4 o addirittura 5, quindi, i giorni di chiusura per le scuole

Le scuole sede di seggio delle europee, quindi, rientreranno il 28 maggio, quelle interessate anche alle regionali rientreranno il 29 maggio mentre nei casi in cui la scuola è sede di tre tipologie di votazione si parla del rientro per il 30 maggio.

Come di consueto le attività didattiche saranno sospese nelle scuole seggio elettorali: di norma da venerdì a lunedì, ma il calendario varia da regione a regione.

La proposta

Intanto c’è da segnalare la proposta dell’assessore all’Istruzione del Comune di Bergamo, Loredana Poli: “È ormai tradizione che le scuole vengano utilizzate come sedi di seggio per le consultazioni elettorali. Generalmente, nelle città solo una parte degli edifici scolastici viene utilizzata come sede di seggio sulla base della distribuzione geografica, per garantire a tutti i cittadini e le cittadine con diritto di voto la possibilità di andare a votare senza dover affrontare lunghi spostamenti. Insomma, gli edifici scolastici presentano un buon grado di accessibilità e di raggiungibilità”.

“Fin qui abbiamo descritto i vantaggi per la cittadinanza – continua Poli – ma sulle scuole e sui Comuni quali difficoltà e oneri ricadono? Si possono avanzare ragionamenti diversi, soprattutto in considerazione dei cambiamenti che gli ambienti scolastici italiani hanno potuto mettere in atto in particolare negli ultimi 10 anni?”.

“L’interruzione del calendario scolastico in occasione delle giornate elettorali, generalmente collocate verso la conclusione dell’anno scolastico, è sempre stata affrontata dalle scuole con qualche resistenza e con molte difficoltà organizzative (tempo scuola, impiego del personale dipendente…). Ma ora a questo si aggiungono sistematicamente problematiche che coinvolgono ancor più da vicino insegnanti ed alunni. Infatti – aggiunge l’assessore – ormai le aule sono corredate di attrezzature fisse e mobili digitali e multimediali, oppure ci sono arredi e materiali complicati da spostare e poi ricollocare (per esempio, quelli delle sezioni montessoriane che si stanno diffondendo anche nelle scuole statali)”.

“Dunque, è ormai tempo di considerare in modo diverso gli spazi delle classi. Con opportune norme o indicazioni prefettizie, non sarebbe possibile salvaguardare le classi ed evitare di interrompere le lezioni? – chiede Poli – Si potrebbe disciplinare l’utilizzo delle sole palestre allestendo una estesa batteria di cabine e diversi tavoli per la registrazione, corrispondenti alle sezioni elettorali. Le palestre hanno quasi ovunque accessi dedicati che potrebbero svincolare gli altri spazi scolastici dalle interferenze con le attività elettorali. Dal punto di vista logistico, i Comuni dovrebbero preoccuparsi di: proteggere il pavimento sportivo, montare le cabine e fornire tavoli e sedie; smontare e pulire. Anche il controllo della sola palestra, anziché di più aule, potrebbe impegnare un minor numero di uomini e donne delle forze dell’ordine. Quindi, per concludere, chiedo che si approfondisca la necessità di continuare ad utilizzare le scuole come poli civici per le giornate elettorali, ma con nuove modalità organizzative che siano più rispettose della scuola di oggi, meno complicate per i Comuni, meno onerose per lo Stato», conclude l’assessore”.

Andrea Carlino

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