“Se non dovessimo avere i numeri per governare da soli, noi saremo comunque la prima forza politica del Paese e chiederemmo l’incarico al presidente della Repubblica, avviando poi consultazioni con tutte le altre forze sui temi del Movimento: imprese, sostegno alle famiglie in difficoltà, lavoro per i giovani”.
A dirlo è stato, il 9 dicembre, Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento 5 Stelle, parlando in provincia di Verona.
Il vicepresidente della Camera, replicando ai cronisti sugli scenari del dopo-voto elettorale, ha tenuto a dire che “siccome saremo l’unica forza in Parlamento in grado di governare chiederemo la fiducia. Altrimenti si tornerà a votare”. E a chi gli chiedeva i tempi di formazione della squadra del partito grillino, Di Maio ha assicurato: prima delle elezioni “sarà pronta”.
Insomma, rispetto a cinque anni fa, quando il M5S rifiutò di governare con il Partito Democratico allora guidato da Pier Luigi Bersani, stavolta, in occasione delle prossime elezioni politiche, i penta stellati sembrano avere le idee decisamente più chiare. E di avere cambiato strategia qualora si paventi la possibilità di partecipare ad un Governo composto da una coalizione di partiti.
A proposito delle priorità da attuare, ricordiamo che lo stesso Di Maio in estate ha più volte dichiarato che una volta al Governo “aboliremo la riforma della scuola, il Jobs act e la legge Fornero”.
Proprio sulla riforma della scuola varata dal Governo Renzi, il M5S ha anche allestito una sorta di referendum, riservato agli iscritti, per capire quali sono le priorità su cui mettere mano. Magari, già da subito, attraverso dei progetti di legge che andrebbero almeno a ridurre la portata dei provvedimenti introdotti con la Legge 107/15: tra i temi più invisi alla “base” del partito, come si poteva immaginare, figurano la chiamata diretta, il bonus merito, gli ambiti territoriali e le assunzioni su scala nazionale anziché provinciale.
Sulla possibilità che possa essere effettivamente cancellata la Legge 107/15, tuttavia, permangono seri dubbi: servirebbe una contro-riforma a tutti gli effetti, con coperture economiche non indifferenti, che al momento appaiono difficili da reperire. Anche se in questo momento fare ipotesi in un senso o nell’altro appare davvero prematuro.
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