La politica è un’arte, non sempre guidata dalla coerenza. A volte anche da inesattezze. Come quella del governatore lombardo Roberto Maroni.
Pur di sostenere l’ipotesi di tenere le urne aperte anche lunedì 6 giugno, in occasione del rinnovo delle giunte comunali di diversi capoluoghi di regione e e 26 comuni capoluogo di provincia, il 14 maggio durante un intervento in Liguria, Maroni ha sottolineato che questa modalità è stata utilizzata altre volte in passato e che in questo caso diventa un’opzione utile perchè si vota non a metà primavera ma a giugno.
E qui viene il bello, perché il presidente della Regione Lombardia sostiene che ad inizio giugno le scuole sono chiuse e “molta gente rischia di andare al mare e di non andare a votare. Spero che il governo lo consenta”, ha concluso Maroni.
Ora, sarebbe il caso di ricordare che a giugno le scuole sono ancora aperte. Vediamo le date che riguardano le città più grandi dove si vota: a Bologna l’ultimo giorno di lezione è il 7 giugno; a Milano, Roma e Napoli l’anno scolastico si chiude l’8 giugno; a Torino e a Cagliari il 10 giugno; a Trieste il 14 giugno. Questo per quanto riguarda la scuola primaria e secondaria. Mentre in tutte le regioni le scuole dell’infanzia terminano con la fine di giugno.
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In questi giorni, tra l’altro, ci sono state proteste da parte di alcune famiglie perché auspicherebbero di veder allungare i giorni di lezione sino al 30 giugno. Sia perché i giorni persi per le elezioni non si recuperano, sia perché le tante famiglie dove lavorano entrambi i genitori hanno seri problemi a gestire così tanto tempo con i figli a casa.
Invece, se si voterà anche la mattina del 6 giugno, come sembra, gli studenti perderanno due giorni di lezione, anziché uno, visto che martedì 7 gli istituti rimarranno ancora chiusi per essere igienizzati.
La “dimenticanza” di Maroni, tra l’altro, non può essere facilmente perdonata: semplicemente perché a decidere il calendario scolastico sono proprio le regioni. Tanto è vero che ognuna ha il proprio calendario. E la regione Lombardia, che avrà diversi comuni coinvolti nel rinnovo delle loro giunte, è guidata proprio da Roberto Maroni.
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