Molto alto il numero delle liste presentate per l’elezione del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, che si terranno il 28 aprile in tutte le scuole italiane (29 per Civitavecchia e la Sardegna) per circa 800.000 fra docenti, amministrativi, tecnici ed ausiliari, di ruolo o incaricati annuali o fino al termine delle lezioni.
Si sono presentate, oltre alle OOSS di categoria, anche molte associazioni. Però nella giornata di ieri è uscito il “responso” della Commissione elettorale centrale: più della metà delle liste presentate dovrà essere corretta e integrata.
DUE SINDACATI SOLTANTO NON HANNO COMMESSO ERRORI: SNALS E UNICOBAS: addirittura per la primaria risultano in forse 20 liste su 22.
La Cgil dovrà correggere 6 liste su 8; la Cisl e la Uil ne sbagliano 4; Gilda e Cobas dovranno correre ai ripari per una lista. Tutti si dovranno muovere nel periodo pasquale, dovendo regolarizzare (pena esclusione) entro mercoledì 8. E dire che i sindacatoni “maggiormente rappresentativi assai” hanno anche la spocchia, grazie ad una legge anticostituzionale che gli ha consentito di ramazzare tutti i distacchi annuali dal servizio (2.000), tutti i permessi e persino il diritto di assemblea. Loro sì che “contano” (ma la matematica al momento gli da torto).
Una sola domanda: se non sanno presentare delle liste, come tutelano il personale..?
Anche i loro scioperi sono in linea con le loro capacità: Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno proclamato in pompa magna il “blocco” attività aggiuntive dal 9 al 18 aprile (sabato e domenica compresi) invece dello sciopero dell’intera giornata indetto dall’Unicobas, Anief ed Usb per 24 aprile, sciopero al quale stanno aderendo tutti: dagli “autoconvocati” della scuola, alla Cub, sino ad Orsa, Slai Cobas ed Usi.
Se il nostro sciopero darà vita ad una manifestazione nazionale da piazza della Repubblica a piazza Santissimi Apostoli, attraversando dalla mattina la capitale, d’altra parte i potentissimi sindacati pronta-firma abbaieranno alla luna il 18 aprile in un misero presidio statico a piazza Farnese che ha sostituto il grande corteo inizialmente preannunciato per l’11 aprile.
Queste elezioni s’erano tenute l’ultima volta nel 1996 (la proclamazione degli eletti è del 1997). Il vecchio Consiglio (allora) nazionale, è rimasto in carica sino ad alcuni anni fa, quando è stato dichiarato decaduto.
L’introduzione di una davvero singolare “Autonomia” scolastica era stato il pretesto per eliminare le elezioni di categoria. Ma le leggi vigenti (D.P.R. 416 e 417 del 1974) prevede tutt’ora che i provvedimenti di legge debbano passare dal parere obbligatorio del Consiglio.
Così il Consiglio di Stato ha obbligato il Ministero dell’istruzione ad indire queste elezioni.
Le liste vengono presentate per ogni componente: docenti scuola dell’Infanzia; docenti scuola primaria; docenti scuola secondaria di primo grado; docenti scuola secondaria di secondo grado; personale Ata.
Ogni componente sarà quindi rappresentata nel Consiglio. Queste elezioni disturbano molto i sindacati tradizionali, che si sono appropriati della rappresentanza imponendo dal 2000 solo elezioni di singolo istituto per nominare le rappresentanze sindacali unitarie (3 di media), con il preventivo impedimento ai sindacati non firmatari di contratto di trovare candidati e sottoscrittori scuola per scuola, negando al sindacalismo di base di tenere assemblee in orario di servizio persino quando abbiano trovato candidati e sottoscrittori e presentato una lista, rendendo così impossibile alle OO.SS. altre dai “pronta-firma” anche se devono presentare il proprio programma prima del voto.
Le norme invece impongono di concedere il diritto di assemblea in orario di servizio in tutte le scuole per questa consultazione relativa all’elezione del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Ora, finalmente, tutta la categoria potrà finalmente votarci (non più solo quella percentuale raggiunta dove abbiamo presentato le liste per le Rsu): ora vedremo la reale “rappresentatività” dei “pronta-firma”.
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