Con la grande maggioranza delle schede di votazione esaminate, manca solo il 20% di preferenze espresse, si comincia a delineare con maggiori dettegli l’esito del rinnovo delle Rsu d’istituto avvenuto ad inizio settimana: la Flc-Cgil, con oltre il 33%, si conferma il sindacato che ha avuto più consensi, ma l’incremento rispetto alle ultime elezioni sarebbe importante (tra i 2 e 3 punti percentuali) però non così consistente come inizialmente lo stesso sindacato aveva indicato (5%). Dietro all’organizzazione di Mimmo Pantaleo si posiziona sempre la Cisl: il sindacato guidato da Francesco Scrima avrebbe incrementato di mezzo punto: la Cisl Scuola porterebbe le sue preferenze attorno al 25%. La vera sorpresa delle elezioni del 2012 sarebbe allora la Uil Scuola, che avanzando di almeno un punto e collocandosi vicino al 16% di voti complessive avrebbe anche superato lo Snals: l’organizzazione di Marco Paolo Nigi, infatti, sembra aver fatto registrare la perdita di 3 punti pieni (da quasi il 17% del 2006 al 14% scarso). Massimo Di Menna, segretario della Uil Scuola, indica la buona performance del suo raggruppamento come conseguenza dell’“azione di un sindacato libero e che è stato e intende essere ‘concreto’ nelle scelte e ‘utile’ per le persone”.
In discesa, ma più contenuta, anche la Gilda (dal 6,5% a poco sopra il 6%): il sindacato coordinato da Rino Di Meglio continuerà comunque ad essere presente ai tavoli di trattative nazionali, superando (anche grazie a quasi 50mila deleghe) la soglia minima del 5% di rappresentatività.
Quota che non dovrebbero invece aver raggiunto i sindacati “minori”. Che comunque non sembrano avviliti. Anzi. Dopo le dichiarazione entusiaste dei Cobas, anche l’Anief esprime la sua soddisfazione: dai primi risultati parziali risulta che nelle scuole dove era presente, la lista di Pacifico avrebbe superato il 10%.
Tuttavia il numero di istituti “coperti” con le liste alternative ai cinque sindacati maggioritari è stato davvero troppo limitato: più o meno un decimo degli istituti, contro oltre il 90%, ad esempio, della Flc-Cgil. Morale: se la normativa rimarrà quella in vigore, con l’obbligo da parte degli elettori di rivolgere la loro preferenza solo alle liste sindacali con dei candidati in servizio, per gli outsaider (che già devono arrivare alle elezioni senza la possibilità di convocare assemblee in orario di servizio) continuerà ad essere davvero dura cambiare gli equilibri.
Tuttavia il numero di istituti “coperti” con le liste alternative ai cinque sindacati maggioritari è stato davvero troppo limitato: più o meno un decimo degli istituti, contro oltre il 90%, ad esempio, della Flc-Cgil. Morale: se la normativa rimarrà quella in vigore, con l’obbligo da parte degli elettori di rivolgere la loro preferenza solo alle liste sindacali con dei candidati in servizio, per gli outsaider (che già devono arrivare alle elezioni senza la possibilità di convocare assemblee in orario di servizio) continuerà ad essere davvero dura cambiare gli equilibri.