Categorie: Università e Afam

Eliminare subito il numero chiuso per far fronte alla crisi del Sistema Sanitario nazionale

La situazione del comparto sanitario è ormai prossima al collasso. A fronte di quasi 60.000 pensionamenti di medici nei prossimi dieci anni, solo 45.000 professionisti termineranno il loro percorso di specializzazione, configurando un gap di quasi 15.000 unità, e questo solo per quanto riguarda l’assistenza sanitaria di secondo livello. Altrettanto drammatica è la situazione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, con un vuoto che rischia di lasciare senza assistenza sanitaria di base circa un milione di persone solo in Italia.
A fronte di tutto questo si continua a tagliare, sia sul finanziamento del fondo sanitario nazionale, sia sulla formazione dei nuovi specialisti: ad oggi, per il nuovo concorso nazionale per le scuole di specializzazione, sono disponibili solo 3.500 borse, sulle oltre 8.000 che le regioni richiedono per far fronte alla domanda assistenziale. Ma non è nemmeno possibile gestire la problematica come una questione meramente corporativa.
“Assistiamo, infatti, ad un “fallimento pilotato” dell’intero sistema sanitario – dichiara Alberto Campailla, Portavoce nazionale di LINK – Coordinamento Universitario – ormai attaccato più volte sia sul fronte della sostenibilità, sia su quello della formazione delle nuove generazioni di operatori. Non è possibile, infatti, slegare la giusta protesta degli studenti per un maggiore finanziamento delle borse di specializzazione dall’analisi complessiva sia del modello formativo dei professionisti della salute, sia dallo stato del nostro sistema sanitario pubblico. Le tre situazioni sono legate e derivano da scielte politiche errate che mirano alla privatizzazione del servizio ed alla trasformazione della salute in merce sulla quale speculare.”
“Il sistema sanitario italiano creatosi anche a seguito delle straordinarie elaborazioni degli anni ’70 – conclude Alberto Campailla di LINK – resta uno dei migliori al mondo, sia per accessibilità sia per costi, ma oggi è a forte rischio. Senza una presa di parola di tutti gli attori che in questo mondo si muovono, rischia di scomparire.”
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