Vorrei esprimere il mio pensiero per quanto riguarda il tanto vituperato viaggio in treno dello scrittore Alain Elkann. Riferendomi a quanto è successo sorge spontaneo pronunciare una frase che oggi si usa abitualmente “ci è o ci fa?”.
Questo per cercare di capire quest’uomo che sotto certi aspetti potrebbe sembrare un alieno, un uomo d’ altri tempi, il personaggio di un libro di Simenon. Diciamo subito che il soggetto è “partito con il piede sbagliato” esaltandosi per il proprio abito blu in lino e la propria camicia bianca e denigrando l’abbigliamento dei ragazzi così volgare e poco curato. Con permesso, chiedo al sig. Elkann se aveva mai avuto un incontro così ravvicinato con degli adolescenti.
Questo è il consueto modo di vestirsi dei ragazzi in estate, viaggiano con pantaloni corti, mostrano le loro magliette colorate sopra ai loro tatuaggi dalle scritte illeggibili, nessuno di loro porta un orologio di marca, tantomeno un Rolex. Presumo che non ci fossero ragazze sul treno, fortunatamente per lei Elkann; sarebbe stramazzato al suolo vedendo il modo di vestire delle ragazzine di oggi.
Un’altra frase che sinceramente mi è piaciuta ancor meno è stata “Avevo paura di quei ragazzi tatuati che venivano dal nord”. Scritta così sta quasi a significare tatuaggio = violenti, depravati. Questo aggettivo sarà stato sicuramente presente nella sua mente perché i ragazzi parlavano di andare in spiaggia per beccare le ragazze e poi la sera provarci. Niente di nuovo sotto il sole, routine generazionale.
Quanti ragazzi in estate partivano e partono ancora oggi per raggiungere le località di mare!!! Forse per prendere la tintarella? Indubbiamente se questi adolescenti hanno creato scompiglio, hanno disturbato troppo, hanno offeso altre persone, hanno fatto atti osceni, hanno bestemmiato, sono la prima a dire che sarebbe stato giusto riprenderli e chiamare il controllore, perché sig. Elkann non l’ha fatto?
Certo è stato un po’ sfortunato, forse questo viaggio in treno per lei che viaggia sempre in auto con autista è stato un ripiego sfortunato anche perché questi lanzichenecchi in genere non viaggiano mai in prima classe, ma in seconda dove mi creda si trova di tutto e alcuni abiti non sono certo in fresco lino. Oppure, sig Elkann, aveva un’altra opportunità, uscire dalla sua torre dorata e intavolare un discorso con i ragazzi. Funziona sempre e avrebbe senza dubbio imparato qualcosa, si impara sempre dalle persone che non si conoscono!!!!
Magari parlando con loro qualcuno gli avrebbe detto, con l’entusiasmo che può avere uno studente, che conosceva il suo libro perché a scuola aveva letto “Alla ricerca del tempo perduto.”
Mirella Rigamonti
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