Il Partito democratico guidato da Elly Schlein ha una nuova segreteria: 21 componenti, 11 uomini e 10 donne, età media 50 anni.
“È una segreteria di grande qualità, molto solida e preparata – ha spiegato Schlein in una diretta Instagram – specie se confrontata con chi oggi è al governo. Continueremo a voler essere un problema per Giorgia Meloni“. L’obiettivo della nuova segreteria è guadagnare credito tra i cittadini e presentarsi competitivi alla prossima tornata elettorale.
Fra i prescelti figurano diversi volti nuovi, c’è qualche conferma e qualche politico in arrivo da altri lidi, come Igor Taruffi: un passato recente in Sinistra Italiana, assessore regionale in Emilia Romagna. A lui Schlein ha affidato l’Organizzazione del partito. Coordinatrice della segreteria è la consigliera regionale del Lazio Marta Bonafoni. Un altro fidatissimo, Gaspare Righi, che da tempo è braccio destro di Schlein, è il nuovo capo della segreteria. Per il portavoce della segretaria, Flavio Alivernini, l’incarico di responsabile della comunicazione.
La composizione della squadra, scrive l’Ansa, è stata piuttosto lunga e complicata, soprattutto per le rimostranze dell’area di Stefano Bonaccini, che guida la minoranza del Pd: dei suoi sostenitori sono entrati il senatore Alessandro Alfieri (Riforme), la ex capogruppo alla Camera Debora Serracchiani (Giustizia), il sottosegretario regionale emiliano e braccio destro del governatore Davide Baruffi (Enti locali), la senatrice Vincenza Rando (contrasto alle mafie), dirigente di Libera. Considerata vicina a Bonaccini anche la deputata Irene Manzi, che è entrata nell’area neoulivista e continuerà ad essere la responsabile della scuola, educazione dell’infanzia e povertà educativa.
Dopo avere ringraziato la segretaria per la conferma della fiducia, Manzi ha detto che il partito nei prossimi mesi avrà “tanti impegni” e di essere “certa che, con la piena condivisione e nel massimo spirito di collaborazione dei gruppi parlamentari, potremo costruire una proposta alternativa credibile e forte che restituisca la scuola al ruolo che merita”.
Manzi ha aggiunto che “il tema della povertà educativa, in particolare, è un richiamo importante che sento forte, ancora di più dopo i dati diffusi da Svimez nei giorni scorsi che certificano come in una parte del nostro Paese la scuola perda troppi ragazzi”: il riferimento della dem è al Meridione e alle grandi Isole, che fanno registrare una percentuale decisamente più alta di alunni che lasciano i banchi anzitempo senza arrivare al diploma di maturità.
Secondo Manzi quello dell’alto numero di alunni che lasciano la scuola è “un quadro drammatico che il progetto Spacca Italia della Lega rischia di peggiorare”.
E ancora: “soprattutto nel Mezzogiorno i giovani sono in credito di formazione, sport, tempo scuola, doposcuola. Abbiamo il dovere di dare risposte concrete a partire dall’istituzionalizzazione dei patti educativi per rafforzare l’alleanza tra scuola, famiglie, enti locali, terzo settore e volontariato”.
La democratica ha infine annunciato che il Pd nei prossimi mesi chiederà “al governo un impegno preciso in materia finanziaria” per rilanciare la scuola.
Tra i volti nuovi della segreteria Pd, c’è Annalisa Corrado (conversione ecologica), che nel 2019 è stata candidata alle europee coi Verdi. Per l’area Orlando entrano i deputati Peppe Provenzano (Esteri), Marco Sarracino (Coesione territoriale) e il senatore Antonio Misiani all’Economia. Per quella Franceschini c’è Marina Sereni (Salute). Al deputato Marco Furfaro, che è stato portavoce della mozione Schlein, è stata affidata responsabilità delle iniziative politiche.
La formazione della segreteria Pd sancisce anche l’ingresso di Articolo Uno, con Cecilia Guerra al Lavoro, Alfredo D’Attorre alll’Università e il giornalista Sandro Ruotolo all’Informazione.
L’intento annunciato da Schlein è quello di contrastare il governo Meloni con controproposte puntuali. La battaglia sui Diritti è affidata ad Alessandro Zan: “Abbiamo bisogno di tutto il suo impegno – ha detto Schlein – per fare dei passi avanti e respingere i passi indietro che Meloni vorrebbe fare”.
Nella squadra del nuovo Pd non vi sono dem vicini a Gianni Cuperlo, che ha corso per la segreteria ottenendo l’8% al voto nei circoli: “Non si è voluta riconoscere la ricchezza delle differenze espresse dagli iscritti”, ha detto con amarezza lo stesso Cuperlo.
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