”Per costruire una buona scuola non basta solo un governo, ci vuole un Paese intero”.
”Non torneremo ad essere un Paese ricco riducendo il costo del lavoro al livello dei Paesi in cui si calpestano i diritti e le libertà o riducendo le libertà e i diritti che abbiamo guadagnato 70 anni fa”. Così la ministra che ha sottolineato come invece, ”ritroveremo la via del progresso se penseremo ai problemi ai quali nessuno pensa: se troveremo nuove molecole, se scriveremo nuove poesie, faremo films, useremo la tecnologia per sviluppare un artigianato moderno, se disegneremo programmi che si basano sull’intelligenza”.
E poi, rivolgendosi agli insegnanti, ha avuto parole di elogio: “Gli insegnanti sono il più grande esercito europeo che lavora per la pace. Non possiamo trasformare in una guerra tra poveri le attese stipendiali e di carriera di una forza così importante. Un forza lacerata dal precariato endemico e dal rischio della rassegnazione”.
Gli insegnanti rappresentano ”la più grande comunità di questo Paese, la comunità educante in cui tutte le differenze si compongono e dove si apprende a rimuovere tutti gli ostacoli”.
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