L’attrice Emanuela Fanelli, che ha recitato accanto a Paola Cortellesi nel film dei record “C’è ancora domani“, ha rilasciato un’intervista a La Repubblica in cui ha parlato ancora una volta del mestiere che faceva prima, la maestra, lavoro che ha sempre amato.
“Mi manca quell’ambiente, completamente opposto a quest’altro. Quando arrivi a scuola i bambini non hanno quel ‘ciao tesoro come stai?’ un po’ finto, a loro non importa, sono contenti di vederti perché ti vogliono bene. Recitare è il sogno ma insegnare mi piaceva molto, ho fatto tanti mestieri ma quello l’ho fatto per dieci anni e ho pensato che avrei potuto farlo per tutta la vita se non fossi riuscita come attrice”, queste le sue parole.
“Se non dovessi più avere proposte per cose che mi piacciono, posso sempre tornare a fare la maestra. Questo mi dà una grande forza. So che so far bene anche un’altra cosa nella vita e non mi importa se non mi vede nessuno. La notorietà non è mai stata la meta. Per carità, è una conseguenza bellissima, altrimenti il mestiere nostro lo faresti in camera tua. Ma non è un’ossessione”, ha rivelato.
“Giorno dopo giorno li vedevo così pieni di futuro che mi sono ritrovata a pensare al mio. E a quello che volevo essere. Dopo dieci anni con i bambini, non mi arrabbio mai”, ha detto mesi fa. Poco più di un anno fa ha raccontato a Il Corriere della Sera di aver iniziato a recitare grazie ad un suo docente: “Ho iniziato a studiare teatro al laboratorio del mio liceo. Lo frequentavano i fighetti e allora mi sono convinta. A quell’età si teme il giudizio altrui, ero contenta ‘facesse figo’. Il mio insegnante aveva una compagnia e ho cominciato a lavorare con lui. Non ho più smesso di fare spettacoli”.
E, sugli anni da docente: “Questo è il mestiere che ho amato di più. Non era il sogno, come la recitazione, ma mi è piaciuto tanto e mi ha aiutata come attrice. Con i bambini devi essere te stessa, ma metterti sempre in discussione. Sentono se stai facendo con loro qualcosa che a te non piace. Così il pubblico capisce se stai interpretando un ruolo che non è tuo. Sono ancora in contatto con tanti di loro, ormai sono grandicelli. È stato un periodo bello, molto stancante. Stavo tutto il giorno a scuola e la sera recitavo in teatro”.
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