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Empatia a scuola, approvato ddl. Delle creator: “Oggi è sconosciuta, speriamo che le maestre ne siano dotate in primis”

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Qualche giorno fa abbiamo dato notizia dell’approvazione al Senato del disegno di legge che introduce l’insegnamento della competenze non cognitive a scuola, inizialmente negli istituti secondari di primo e secondo grado.

La notizia è stata accolta benissimo dagli utenti dei social e anche da molte influencer, tra cui Giulia Salemi e Beatrice Valli e da creator come la youtuber Elisa De Marco. Quest’ultima, che qualche giorno fa ha raccontato la sua esperienza traumatica con una maestra delle elementari, ha scritto su Instagram: “L’Elisa bambina ringrazia, sperando che le maestre siano in primis dotate di empatia ed intelligenza emotiva”.

Beatrice Valli e la scuola “noiosa”

L’influencer e mamma di quattro bambini Beatrice Valli ha invece scritto: “Speriamo davvero perché ad oggi è tutto così sconosciuto”. La 29enne tempo fa aveva parlato della difficoltà nello studio del suo figlio maggiore.

Quest’ultimo aveva scritto alla madre di non aver voglia di studiare e di andare a scuola. La risposta della Valli è stata: “Io capisco come ti senti, la scuola è noiosa. Però dobbiamo fare il minimo per poter imparare, studiare e impegnarci”.

Inutile dire che l’immagine ha fatto il giro del web. L’influencer ha così replicato alle critiche con un video in cui ha espresso la sua opinione: “Sì, è vero. La scuola per come è adesso è noiosa. La scuola, per come è strutturata in molte scuole, con molti docenti, non tutti, è noiosa, è vero. Anche ai miei tempi, non dico le bugie. Spero ci sarà un cambiamento”, ha detto.

“Però bisogna impegnarsi, come con tutte le cose, anche se non ci piacciono, per conoscere. L’importante è essere consapevoli, conoscere, impegnarsi. Poi se non sarà il tuo, pazienza, però intanto lo hai fatto e ci hai messo l’impegno”, ha concluso.

Cosa prevede la legge

Il ddl è un’iniziativa del centrodestra, nello specifico di Maurizio Lupi e Alessandro Colucci di Noi con l’Italia. La norma prevede una sperimentazione triennale di queste attività, che partirà dal prossimo anno scolastico. La partecipazione sarà volontaria e inizialmente riservata alle scuole secondarie di primo e secondo grado.

Il primo anno sarà dedicato alla formazione degli insegnanti, con fondi destinati a enti accreditati scelti direttamente dalle scuole. Questo periodo servirà a preparare i docenti a integrare le competenze non cognitive nel loro insegnamento quotidiano.

Nei due anni successivi, le competenze non cognitive saranno gradualmente introdotte nei programmi scolastici, seguendo la linea dell’autonomia scolastica, ma sempre con linee guida a supporto. Un monitoraggio costante, affidato a una commissione composta da esperti, docenti universitari e dirigenti scolastici in pensione, accompagnerà il percorso, garantendo che i risultati vengano valutati con attenzione.

La valutazione si estenderà fino al quinto anno delle scuole superiori e al primo anno di eventuali percorsi universitari, per misurare l’efficacia a lungo termine di queste competenze nel processo formativo degli studenti.