Il progetto L’arte a scuola – The Faces of innocence, avviato lo scorso anno in 20 scuole primarie e secondarie di primo grado di Reggio Emilia e provincia, in sei comuni, pone al centro la fotografia, come base di partenza per suggerire riflessioni, confrontarsi e creare attività didattiche nuove. L’idea è nata grazie al contributo della Besharat Arts Foundation e del suo fondatore, il mecenate di origini iraniane Massoud Besharat. Nei corridoi e nelle aule sono stati posti 600 scatti di Steve McCurry, nato nel 1950 negli Stati Uniti. L’obiettivo è quello di stimolare negli studenti empatia e curiosità per mezzo delle opere esposte: si tratta di ritratti di persone, soprattutto bambini, di tutto il mondo. Alcuni degli scatti del celebre fotografo sono assai popolari, come quello dell’iconica ragazza afgana immortalata in un campo profughi di Peshawar, che lo ha reso famoso, definita da molti una moderna Gioconda, diventando ad oggi l’immagine più conosciuta del fotografo americano.
Ricordiamo che McCurry non è nuovo a mostre tematiche in Italia, una a Forlì, nel 2019, dove protagonista era stato il cibo, con figure commoventi che erano state ritratte mentre consumavano il pasto nella solitudine, l’altra a Brescia, nel 2017, dove il fotografo statunitense ha esposto ancora una volta foto sfidanti, come quella dell’uomo che legge mentre intorno a lui si vedono le macerie della guerra.
Questa volta l’artista porta alla ribalta i volti, quelli dei bambini, cittadini del mondo, con le loro diversità geografiche, morfologiche, sociali, che portano con sé immagini di realtà dove, al di là delle differenze, i desideri, le aspirazioni e i diritti sono uguali, come ugualmente forte è il comune slancio di crescere per costruirsi un futuro migliore. Le scuole hanno accolto con entusiasmo questa proposta, dicono gli organizzatori della mostra, costruendo progetti didattici per i propri studenti, per arricchire il loro percorso educativo e formativo di crescita con un progetto che porta a riflettere sul dono della vita e sui diritti dei bambini, da quello del gioco a quello dell’educazione, e che trova declinazioni differenti in base al proprio contesto di vita, anche geografico”. E vale ancora la pena citare le parole della pittrice Donatella Violi, promotrice della mostra, che dice l’empatia, come capacità di mettersi nei panni dell’altro per alleviarne le sofferenze, è ancora più necessaria perché una società armoniosa, equilibrata e fiorente, deve essere fondata sulle somiglianze che ci uniscono, piuttosto che sulle differenze che ci dividono”. Presenze fotografiche che nelle aule di questi tempi hanno ancora più significato, quando la continuità degli incontri non è garantita, attraverso gli scatti di McCurry, che fa parlare tra loro bambini e bambine del pianeta.
Da Reggio Emilia, il progetto fotografico e didattico, che ha già avuto successo in Francia e Stati Uniti, si sposterà in altre città, e sarà allestita nelle scuole di Sassari, Gabicce in Puglia, grazie a diverse collaborazioni tra il settore pubblico e privato.
La riduzione di quasi 8.000 unità di personale Ata dal prossimo mese di settembre, praticamente…
C’è soddisfazione, da parte sindacale, sull’esito dello sciopero del 31 ottobre scorso.Un po’ tutti rilevano…
La scuola non è un luogo rivolto a giovani privilegiati. Anzi, è il luogo per…
Il gup di Palermo Paolo Magro ha condannato a 11 anni e 4 mesi di…
In un istituto di Prato, come in molte scuole italiane, è scattato il divieto di…
Comprendere il funzionamento del cervello umano è essenziale per insegnare a gestire gli errori. La…