Introdurre l’educazione alla differenza di genere in tutte le scuole di ordine e grado. E’ la proposta che rilancia la deputata Pd Enza Bruno Bossio, prendendo spunto da quanto è accaduto a Bianco, “dove una ragazza appena 24enne è stata ridotta in fin di vita da quello che, come sembra emergere dalle prime indagini, è un suo ex fidanzato”, che “si configura come l’ennesimo drammatico caso di violenza contro le donne e di tentato femminicidio”.
“Come Parlamento – ricorda la parlamentare dem – abbiamo introdotto norme più severe per la repressione di questo tipo di reati, ma non basta. Continuano ad essere troppe, in Calabria e in Italia, le donne che cadono vittime della follia omicida di uomini che non accettano la fine di relazioni amorose. È ancora fresco il ricordo di Fabiana Luzzi di Corigliano e di Mary Cirillo di Monasterace, le vittime più recenti dell’ossessione di uomini che trasformano la loro insicurezza e incapacità di comprendere la diversità femminile in assurda violenza omicida”.
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“È chiaro che la repressione è importante – precisa Bruno Bossio – ma da sola non basta: occorre introdurre, come da me proposto con una apposita proposta di legge che è stata assunta come indirizzo in sede di discussione della Buona Scuola, elementi di prevenzione basati sulla educazione alla differenza di genere in tutte le scuole di ordine e grado. Sono vicina alla ragazza che sta combattendo in queste ore la sua più difficile battaglia, quella per la vita, alla sua famiglia ed a tutta la comunità di Bianco”.
“Ho già dato la mia disponibilità al sindaco Aldo Canturi a partecipare ad una manifestazione contro la violenza e per l’affermazione del rispetto della differenza di genere da tenersi proprio a Bianco nei prossimi giorni”.
Oltre a questa proposta, la sottosegretaria Angela D’Onghia, in risposta, in commissione Istruzione al Senato, a un’altra interrogazione di Donella Mattesini (Pd) sulle iniziative per la diffusione di tolleranza e non della discriminazione nelle scuole, ha detto che le azioni del Miur “si ispirano a indicazioni di matrice europea oltre che nazionale nelle quali non vi è traccia alcuna della richiamata ‘teoria gender'”.
La sottosegretaria ha pure ricordato come nella circolare diffusa sia agli uffici scolastici regionali che ai dirigenti scolastici del 15 settembre scorso, “è stato espressamente scritto che la finalità del comma 16 della legge 107 detta della Buona Scuola, non è quella di promuovere pensieri e azioni ispirati ad ideologie di qualsivoglia natura, bensì quella di trasmettere la conoscenza e la consapevolezza riguardo ai diritti e ai doveri della persona costituzionalmente garantiti, anche per raggiungere e maturare le competenze chiave di cittadinanza, nazionale, europea e internazionale, entro cui rientrano la promozione all’autodeterminazione consapevole e del rispetto della persona”.
In ogni caso il Miur, ha ricordato D’Onghia, “sta già esercitando, come ha sempre fatto, il proprio ruolo istituzionale di garanzia attraverso azioni mirate, il più possibile condivise con tutti i soggetti interessati, le famiglie, gli studenti, le loro associazioni rappresentative e gli organi collegiali, in raccordo con le realtà del territorio”.
In conclusione D’Onghia ha ricordato come “le autonomie scolastiche rappresentano il riferimento fondamentale per mettere in atto tutte quelle misure necessarie per prevenire e contrastare ogni forma di violenza e discriminazione” e l’azione del Miur “si sostanzia nel fornire la cornice pedagogica, educativa e culturale nell’ambito della quale le scuole possono promuovere autonome iniziative”.