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Ennesimo caso di imposizione dell’alcool test ai docenti torinesi. Nota del Cub Scuola

La vicenda dell’imposizione dell’alcool test agli insegnanti, che vede oggi le colleghe  e i colleghi dell’ IIS “Giulio” di Torino “individuati secondo un sistema randomizzato numerico”, in italiano tirati a sorte, costretti a quest’umiliante controllo, pone alcune interessanti domande.

Sin da quando il problema è stato posto, abbiamo fatto notare alcune banalità:

si tratta di un’evidente idiozia: gli insegnanti non sono piloti di aviogetti o di treni ad alta velocità, laddove siano alcolizzati la cosa risulterebbe evidente e porrebbe casomai problemi di altro genere, laddove bevano un bicchiere evidentemente questo non comporterebbe alcun problema per lo svolgimento del loro lavoro;

la questione del disagio dei docenti e dell’esistenza di patologie professionali è cosa seria, esiste un’ampia letteratura scientifica in materia, il nostro sindacato ha denunciato la questione e richiesto adeguate iniziative di contrasto ma certo non si affronta con queste pagliacciate; in un momento in cui mancano risorse per la scuola pubblica, si pensi ai prezzi indecenti imposti ai genitori per le mense scolastiche, sprecarne per iniziative di questa natura è pura follia, se non peggio, se non clientelismo e parassitismo. 

E’ inaccettabile l’umiliazione che viene imposta ai colleghi e alle colleghe direttamente coinvolti e l’intera categoria.

A queste considerazioni riteniamo ne vadano aggiunte altre due:

se questi controlli sono un obbligo di legge andrebbero eseguiti in tutte le scuole della repubblica e su tutti i docenti,  cosa che avrebbe almeno il dubbio pregio di far scoppiare lo scandalo. Invece i controlli arrivano come ladri nella notte, sono decisi non si sa sulla base di quali ragioni da singoli dirigenti scolastici e in questa maniera il loro carattere arbitrario è reso ancora più evidente;
risulta che nel corso delle visite ai colleghi e alle colleghe vengano fatte domande sulla loro vita privata, sulle loro abitudini, sulle costumanze familiari. Il diritto alla privacy usato a proposito e a sproposito in mille occasioni in questo caso non esiste, con l’effetto che ci troviamo di fronte ad una vera e propria invereconda schedatura.

La CUB Scuola Università e Ricerca invita le colleghe ed i colleghi,  le rappresentanze sindacali d’Istituto , i soggetti sindacali non asserviti al Governo, ad un’esplicita e radicale azione di contrasto ed opererà, per parte sua, in questa direzione.

Redazione

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